Ritratto di padre
La nostra storia di Fernando Trueba, già selezione ufficiale al Festival di Cannes 2020, è il racconto della vita privata e delle battaglie pubbliche di un uomo, un eroe, un martire… o più semplicemente un medico. Héctor Abad Gómez, professore universitario, fondatore della Scuola nazionale colombiana di sanità pubblica, ma soprattutto medico della strada, sempre pronto a lottare per la vita e la salute dei meno fortunati, sviluppando anche programmi pratici di salute pubblica per i poveri nella natia Medellín, ha trovato la morte per mano degli squadroni della morte colombiani in una calda giornata di fine agosto del 1987, tingendo così a lutto un’intera città.
Trueba porta su grande schermo una storia vera, l’adattamento del romanzo di Héctor Abad Faciolince “El olvido que seremos” (titolo originale del film), capolavoro della letteratura ispanica contemporanea, ritratto dell’uomo visto con gli occhi del figlio. L’autore infatti, scrittore e giornalista colombiano laureatosi in Lettere a Torino nel 1986, è l’unico figlio maschio del protagonista, ed il suo è il racconto di una qualunque famiglia benestante a Medellin, per la quale l’impegno sociale del padre sarà al contempo fonte di insegnamenti di vita e di problemi con l’autorità. Quello che traspare chiaramente ne La nostra storia è l’amore che lega i componenti della numerosa famiglia (H. A. Gomez ha anche quattro amate figlie femmine), oltre al profondo rispetto per la vita umana, che inizia dai vicini ebrei ed arriva all’ultimo dei poveri del paese.
Con un curioso ribaltamento, il film inizia in bianco e nero nella Torino del 1983, dove il giovane Hector jr. è studente di lettere; da qui la storia prende letteralmente colore nei ricordi del passato, tornando al bianconero del presente in un intreccio continuo che svela a poco a poco la storia e l’uomo. Un omaggio, quello del figlio al padre e di Trueba al coraggio dell’uomo di provare a cambiare il suo mondo, che il regista narra senza fronzoli, delineando il racconto con delicatezza anche nei momenti più crudi, dalla morte dell’amata figlia Marta per un tumore al suo stesso assassinio per mano degli squadroni della morte. La splendida interpretazione di Javier Cámara trasmette l’essenza, l’umanità e la profondità di un uomo semplice, che ha sempre visto se stesso come un medico: “Mi dicono marxista ma non ho mai letto Marx, mi dicono conservatore ma io sono per il cambiamento. E soprattutto sono un medico, per cui sono sempre contro la violenza, sempre per la vita.”
[Héctor Abad Gómez (Javier Cámara) Cit. El Olvido que Seremos]
La nostra storia di Fernando Trueba è uno sguardo nella storia dell’uomo e nella Storia stessa, quella della turbolenta Colombia; è un inno alla speranza e alla vita. El olvido que seremos: l’oblio che saremo; grazie al libro di suo figlio ed al film di Trueba, Hector Abad Gómez da quell’oblio è rinato; ora sta a noi non dimenticare.
Michela Aloisi