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Kill

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VOTO: 8

Da Bollywood all’action: il nuovo cinema indiano

Dimenticate Bollywood, con musica, danze e colori: Kill di Nikhil Nagesh Bhat, presentato in prima nazionale nella sezione “Nuove Tendenze” del Monsters – Fantastic Film Festival di Taranto prende il via come una classica commedia romantica alla Romeo e Giulietta per virare ben presto in un cupo e crudo action/revenge movie dove la vendetta è il valore che accomuna le più disparate caste e classi sociali e la violenza raccapricciante e senza freni assume a volte contorni decisamente sopra le righe e tratti surreali, a palesarsi essa stessa come il vero “mostro” che infetta il mondo.

Amrit e Viresh sono amici e colleghi, capitani delle forze speciali dell’esercito; Amrit ama – ricambiato – la bella Tulika, figlia di uno degli uomini più ricchi del Paese, Baldev Singh Thakur. Questi, ignaro della loro storia, decide di far fidanzare Tulika ad un altro uomo, organizzando la festa di fidanzamento a Ranchi; Amrit (interpretato dal noto attore indiano Lakshya) si precipita da lei, pronto a portarla via e sposarla, ma la fuga è rimandata per volontà della giovane ragazza, che gli dà appuntamento al loro ritorno a Nuova Delhi. Amrit convince Viresh a seguire la famiglia Singh sul treno del ritorno, dove il giovane capitano chiede finalmente a Tulika di sposarlo; ma quella che sembra la romantica conclusione di una favola d’amore, si trasforma ben presto in una fiaba horror. È l’inizio dell’incubo: sul treno sale una violenta banda famigliare di rapinatori, capitanata dalla mina vagante Fani (Raghav Juyal, famoso attore, ballerino e conduttore televisivo), che, scoperta l’identità di Baldev, decide di rinunciare al colpo per rapirlo con tutta la famiglia per il riscatto. Ma le cose non andranno per il verso giusto: l’intervento di Amrit e Viresh per salvare Tulika e i suoi e fermare i cattivi innescherà una spirale di violenza senza esclusione di colpi, che vedrà cadere vittime come mosche persone care da ambo le parti.

Bhat ha iniziato a scrivere Kill nel 2016, mettendo nero su bianco un vecchio ricordo di quando era studente: viaggiando tra Pune e Patma, a metà degli anni Novanta, il regista ha infatti visto il treno su cui si trovava assalito per rapina, evento che è poi diventato la base di Kill, realizzato nel 2023 e distribuito in Italia dalla Blu Swan. Proprio perchè egli stesso vittima di un episodio violento, Bhat non celebra la violenza, mostrando invece come le sue conseguenze siano raccapriccianti oltremisura, superando di gran lunga le motivazioni che l’hanno scatenata; in Kill, il dolore colpisce tutti, senza distinzione tra buoni, cattivi, vittime innocenti: la perdita di una persona cara è la molla che fa scattare il desiderio di vendetta in ciascuno dei personaggi coinvolti, da Amrit a Fani ai passeggeri del convoglio, dando inizio ad una faida senza esclusione di colpi dalle conseguenze tragiche per tutti.

Kill è un action movie dal ritmo serrato, dalla durata anomala per un film indiano di poco più di un’ora e mezza, girato quasi esclusivamente sui convogli del treno, dove l’eroe e la sua nemesi, Amrit e Fani, danno luogo ad una carneficina senza tregua e senza pietà, ininterrotta ed interminabile, utilizzando ogni genere di arma, convenzionale e non. I vagoni, facilmente isolabili tramite serrande e lucchetti, dividono buoni e cattivi in un susseguirsi di enclavi, Amrit e Viresh si trovano separati, così pure Tulika e la sua famiglia, mentre Fani e i suoi sono sparpagliati lungo tutto il treno e la Polizia ferroviaria riposa tranquilla nel proprio vagone, ignara della lotta che imperversa sul treno. Lotta a mani nude, all’arma bianca, uccisioni a colpi di estintori, tavolini e lavabi: tutto è lecito per vendicare le morti sempre più numerose che colpiscono Amrit quanto Fani, senza distinzioni tra eroe e villain. Amrit vuole protegere Tulika e la sua famiglia, ma anche Fani ha tutta la sua famiglia sul treno: la sua sembra ironicamente essere “la banda dei cugini”, e la vendetta riguarda tutti senza distinzioni tra caste o classi sociali, dal soldato al rapinatore, finanche la madre che vede il proprio figlio ucciso senza pietà. L’atmosfera leggera lascia ben presto il posto ad una azione cruda, a una cupezza di fondo che mostra la violenza in tutte le sue sfumature, nessuna – mai – positiva; la vendetta richiama vendetta, in una faida all’ultimo uomo. Al tempo stesso, Kill è un action solido, con scene d’azione ai limiti dell’impossibile in stile Tom Cruise e Mission Impossible e momenti d’ironia ai limiti del surreale affidati principalmente al villain Fani, forse l’attore più versatile del cast, capace di suscitare tanta simpatia quanto odio indiscusso man mano che il film procede spedito sulle sue rotaie fino all’epilogo che rimanda a Patrick Swayze e al cult movie Ghost.

Michela Aloisi

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