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Intervista a Lorenzo Sportiello

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Il regista di Index Zero, reduce dai trionfi di Roma e Trieste

Per essere un film la cui stessa vicenda realizzativa ha rappresentato una piccola avventura, un azzardo, Index Zero sta regalando grosse soddisfazioni al suo autore, Lorenzo Sportiello. A lui, come anche a una troupe che, lavorando in situazioni oggettivamente difficili, è riuscita a portare a casa un qualcosa di tecnicamente ineccepibile e di artisticamente valido, interessante. Già durante il Festival di Roma, che ha ospitato la prima del film, pubblico e addetti ai lavori hanno dimostrato di apprezzare molto una simile sfida; assai positivo, quindi, l’estemporaneo ritorno del cinema italiano a pratiche di genere alquanto impegnative, sia nella dimensione del set che a livello di post-produzione, rafforzate poi da tematiche sociali e da prospettive indubbiamente attuali. Gli stessi articoli usciti a ridosso della kermesse capitolina sono stati perlopiù incoraggianti. Ma è alla proiezione triestina di Science + Fiction, dove Index Zero ha arricchito la vetrina di Spazio Italia, che il pubblico ha tributato l’accoglienza finora più calorosa: uno scrosciante applauso al termine della proiezione, domande interessanti fatte da gente sinceramente incuriosita nel corso del successivo, rapido incontro con sceneggiatori e regista. Pure noi siamo riusciti a bloccare Lorenzo Sportiello, il sorridente e disponibilissimo film-maker che peraltro conoscevamo già dai primi cortometraggi, per parlare un po’ insieme di questo suo lungometraggio d’esordio.

D: Prima di imbattermi in Index Zero, Lorenzo, l’originalità del tuo sguardo mi era nota comunque per cortometraggi come FIB1477, realizzati con notevole cura dell’immagine e dotati di idee fresche, personali, nel rielaborare i generi di riferimento. Come ricordi tu questi primi lavori e in che modo li ricolleghi al tuo lungometraggio d’esordio?.

Lorenzo Sportiello: Come dici tu, ho cercato di lavorare sulla costruzione della mia cifra personale sin dagli esordi e ancora sto cercando di capire quello che mi riesce meglio. Con la competizione che c’è oggi nel mondo dell’audiovisivo è importante pensare a prodotti personali e creativi.

D: Sappiamo peraltro che la genesi del tuo primo lungometraggio, Index Zero, è stata particolarmente travagliata. Puoi dirci qualcosa a riguardo? E da cosa è scaturita la scelta di fare le riprese in Bulgaria?

Lorenzo Sportiello: È importante che tutti capiscano che un regista all’opera prima oggi, a parte pochi fortunati, non gira il film che vuole fare ma quello che gli permettono di fare. Anche a me è successo così, ho convinto un produttore che avrei fatto un film molto poco costoso, di genere e in lingua inglese. Tutto il resto a lui non interessava, lui era convinto stessimo facendo una specie di sottoprodotto di un film di van Damme.
Da qui sono scaturite una serie di situazioni intollerabili. Basti pensare che il mio produttore non è mai stato sul set, mai stato in sala montaggio e non ha visto il film finito. I produttori italiani in molti casi, purtroppo, ostacolano gli autori pensando solo ai guadagni nel brevissimo periodo.
Girare in Bulgaria è stata una necessità economica e narrativa, visto che il film è ambientato in un paese dell’est non meglio definito…

D: A livello sia tematico che stilistico si fa notare il ritorno a un genere, definiamolo pure “post-apocalittico”, praticato di rado ma con un suo fascino peculiare. Come ti sei deciso ad affrontarlo? E nel fosco scenario futuro che si è voluto delineare, hanno inciso anche le tue personali considerazioni sulla chiusura dell’Europa nei confronti dei migranti, della loro fuga disperata da altri continenti?

Lorenzo Sportiello: Più che all’apocalisse, mi sono ispirato alla crisi economica globale. Ho pensato che in un futuro non troppo lontano le cose possano andare in questo modo. Non mi sono voluto inventare niente, ho solo voluto rappresentare un possibile scenario. Rispetto ai flussi migratori, invece, penso che se i paesi ricchi continuano lo sfruttamento delle risorse di quelli più poveri, non si può bloccare l’immigrazione spinta dall’istinto di sopravvivenza da parte degli sfruttati. Bisogna rimettere al centro del processo evolutivo umano il benessere, non l’economia. Sono concetti meno correlati di quanto sembri.

D: Nel film scelta e uso delle “location” rivelano a tratti qualcosa di strepitoso. Come ti sei mosso per trovare simili posti?

Lorenzo Sportiello: Per le location abbiamo avuto un grande supporto da parte del service bulgaro ma anche grazie al web. Non ti nascondo che ho trovato gran parte delle location nei blog e tramite streetview.

D: A livello di costruzione narrativa, invece, dopo una partenza notevole si avverte qualche piccolo calo di ritmo, nella parte centrale del film. Quella dimensione un po’ più statica del racconto, riscontrata in alcune sequenze, si deve forse alle limitazioni di budget??

Lorenzo Sportiello: Le limitatezze di budget sono state ovunque ma non giustificano nessun problema narrativo. Sinceramente penso che sia giusto che il film si ‘sieda’ nella parte centrale per poi ripartire nel finale. Secondo me, fa parte di una normale armonia narrativa, bisogna rallentare il racconto per poi esaltare il finale. Altrimenti si rischia di appiattire tutto.

D: In che modo è stato assemblato un cast internazionale come quello di Index Zero, al cui interno si notano nomi discretamente importanti, per esempio Antonia Liskova?

Lorenzo Sportiello: I casting sono stati fatti a Londra. Abbiamo avuto il meglio che potevamo chiedere, due talenti straordinari che si sono messi al servizio del film con la passione di chi sembra stia facendo il suo primo film ma con la professionalità di attori di esperienza internazionale quali sono..

D: Cosa dire delle tue partecipazioni festivaliere che hanno avuto luogo, a distanza di poco tempo, nella capitale e a Trieste? Qui a S+F ho toccato con mano la reazione entusiasta degli spettatori, pure al Festival di Roma è andata così?

Lorenzo Sportiello: A Roma il film ha avuto un successo di pubblico che non mi aspettavo. Le proiezioni sono state tutte pienissime e la gente sembrava molto colpita. Sono sicuro che il pubblico italiano guardi con estremo interesse a produzioni italiane con una spinta autoriale così diversa dal solito..

D: Stai già lavorando a qualche nuovo progetto?

Lorenzo Sportiello: Certo! Mi sto occupando di diverse idee, ora vedremo quale di queste riuscirà a convincere un produttore.

Stefano Coccia

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