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Index Zero

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VOTO: 7

Fortezza Europa

Vi sono alcuni tratti di Index Zero che rappresentano da subito una felice anomalia, agli occhi degli spettatori più cinefili e amanti del genere. Da tempo non ci capitava di veder affrontato con tanta cura del set e dell’ambientazione stessa quel particolare filone fantascientifico, conosciuto dagli appassionati come “post-apocalittico”, o con termini a esso vicini, di cui vengono qui riproposti alcuni specifici caratteri: una fotografia tesa a esaltare i contrasti ambientali più forti, l’insistere su locations sub-urbane in totale disfacimento, la residuale presenza di tecnologie più avanzate in una società colpita da qualche grave catastrofe, l’avventura di esseri umani pronti a lottare per la sopravvivenza in situazioni divenute ormai proibitive.
Grande è stata perciò la bravura di Lorenzo Sportiello, cineasta italiano all’esordio nel lungometraggio ma con all’attivo corti di notevole valore (su tutti il visionario FIB1477, che andò anche a Venezia), nell’assicurare la necessaria credibilità a tale lavoro, la cui riuscita ha trovato peraltro non pochi ostacoli nell’assottigliarsi del budget e in altre insidiose dinamiche generatesi direttamente sul set.

Ma ad impressionare lo spettatore non è soltanto la sorprendente capacità dell’autore di dominare la messa in scena, con tanto di piccoli piani sequenza accuratamente studiati, svolte drammatiche giocate con la tempistica giusta ed effetti digitali (per esempio certi velivoli e altre “chicche” futuristiche) inseriti nell’inquadratura con apprezzabile naturalezza, senza cioè forzare gli equilibri tra le reali asperità del profilmico e quegli innesti di sapore più spiccatamente fantascientifico. Se il risultato finale è così persuasivo, rispetto a prodotti consimili dal taglio molto più futile, scombinato, è anche perché la storia si segue con una passione diversa. L’intelligente script di Index Zero parla di un futuro prossimo alludendo con forza al presente, al cinismo di un’Europa che respinge ai suoi margini masse di disperati, senza nemmeno considerare la portata della bomba sociale ormai pronta ad esplodere. Nella perigliosa odissea della coppia protagonista, con lei incinta, che affronta privazioni e rischi d’ogni tipo pur di accedere agli Stati Uniti d’Europa, parte privilegiata del continente, risiede la premessa di un film coinvolgente non soltanto sul piano drammatico, dell’azione; ma anche su quello di sincere e profonde riflessioni riguardanti l’assetto sempre più precario, di una società da tempo sull’orlo del collasso. Una società in cui la dignità umana sta perdendo valore. Anche per questo un’opera cinematografica come quella del promettente Lorenzo Sportiello, al di là di taluni scompensi narrativi ravvisati nel suo svolgimento, merita una visione partecipe e attenta.

Stefano Coccia

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