Due comici al compleanno di Gesù
Un cinepanettone senza panettoni, babbi Natale, scene di nudo o parolacce, a dimostrazione che anche in Italia si può far ridere senza scadere nel volgare; questo è Il Primo Natale di Ficarra e Pìcone, che stupisce e convince per la semplicità della storia e per la profondità dei temi, trattati purtuttavia con leggerezza, in un viaggio alla riscoperta dei veri valori del Natale e della famiglia.
Girato in dieci settimane tra Palermo e il Marocco, tra panorami mozzafiato e gli ottimi effetti speciali degli Stargate Studios, che sostengono, invisibili, la semplicità della storia, rendendo credibile l’incredibile, il film ci riporta alle origini del Natale: la nascita di Gesù. Salvo, ladro di arte sacra, ateo convinto, nell’intento di rubare un prezioso bambinello a grandezza naturale, si scontra con padre Valentino, prete dall’infinita fede in Dio e nella preghiera che cerca comparse per il suo consueto presepe vivente; ma è quasi Natale, e i due finiranno, come per magia, nella Palestina dell’anno zero….
Se il viaggio nel tempo ha già i suoi modelli e riferimenti, dall’intramontabile Non ci resta che piangere (il primo che viene in mente già dalle prime scene del film) alla trilogia cult di Ritorno al futuro, questo di Salvo e Valentino è qualcosa di più: è un viaggio di incontro tra mondi diversi, di contrasti tra ateo e credente che finiscono per scambiarsi i ruoli in un percorso di crescita per entrambi, ma è anche un modo per scoprire e riscoprire i valori della vita e soprattutto per conoscere se stessi. Il tema del viaggio d’altronde è il tema delle favole; e Il Primo Natale si trova proprio qui, in equilibrio tra favola e realtà, tra la storia e il credo religioso: in una Palestina dominata dell’impero Romano, i due incontreranno non solo la Sacra Famiglia ma anche re Erode, i ribelli Zeloti, Isacco, Rebecca, Nicodemo; e qui il ruolo della famiglia si fa preponderante: dalla dinamica dei rapporti tra padre e figlio alla piccola Sara (l’esordiente Giovanna Marchetti) in cerca di un nuovo papà, la forza della famiglia è di sostenersi comunque, superando i contrasti. E il pericolo qui viene dal cattivo re Erode; per lui, menzione a parte merita il suo bravissimo interprete, Massimo Populizio, che dà vita ad un sovrano con aria da pazzo ma toni da commedia, un cattivo che manda a morte con facilità ma al contempo pare quasi infastidito dalle grida dei condannati.
Ma il viaggio sfiora palesemente anche un altro tema: quello dell’immigrazione, e soprattutto quello degli ‘ultimi’ della nostra società; perché Il Primo Natale è un film laico e Cristiano allo stesso tempo, parla di fede ma anche della realtà quotidiana. Una realtà in cui Ficarra e Picone ci mostrano l’effimerità dei beni materiali ed il valore degli affetti; non solo la famiglia ma anche l’amicizia, quella che nascerà tra Salvo e Valentino e cambierà entrambi in uomini migliori. Perché per i due comici-attori-registi, il comico deve far sì ridere, ma anche riflettere; e dalla visione del primo Natale si esce proprio cosi: felici e pensierosi.
Michela Aloisi