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Dolittle

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VOTO: 6.5

Colorata e spensierata avventura per bambini

Il dottor Dolittle è un famoso esploratore nato dalla fantasia e dalla penna dell’inglese Hugh Lofting. Assieme alla sua compagna Lily compie nobili gesta in tutto il mondo, salva gli animali e… ci parla. In un momento imprecisato dell’Ottocento britannico, egli gode di una tale celebrità che la regina stessa lo invita a Backingam Palace per fargli dono, in cambio dei suoi apprezzati servigi, di una villa e di un vastissimo territorio.
Lì, nella sua magione, Dolittle si occupa dei suoi amici salvati ai quattro angoli del globo e vive con gioia il matrimonio con l’amore della sua vita finché, un giorno, Lily parte alla ricerca dell’albero dell’Eden, panacea di tutti i mali degli umani, e naufragando con la sua nave lascia solo e disperato il coraggioso naturologo. E’ l’inizio di un isolamento doloroso. Dolittle chiude i portoni della sua villa, smette di curare gli altri e si ritira a vivere in quello che diventa il suo misterioso eremo.
Questa breve e malinconica sequenza introduttiva, realizzata totalmente a cartoni animati, è il preludio della storia in cui si cimenta stavolta Robert Downey Jr. nei panni del valente avventuriero ecologista. Non tarda ovviamente ad arrivare la svolta, quando il giovane Stubbins (Harry Collett), ferito inavvertitamente uno scoiattolo mentre è al seguito dello zio cacciatore, si addentra nella tenuta di Dolittle pur di trovare una cura per il povero animale ferito. Commossa dal gesto, la pappagallina Polynesia lo guida nello strambo mondo che è diventata la villa, dove l’orso polare Yoshi, il pavido gorilla Chee-Chee, lo struzzo Plimpton, l’esuberante oca Dab-Dab e tanti altri vivono assieme all’uomo che li ha a suo tempo salvati. E’ una giornata strana perché giunge a scuotere il ritroso dottore anche Lady Rose, principessa ragazzina che informa Dolittle che la regina è gravemente malata, nessuno riesce a trovare una cura e il suo destino appare segnato. Se il cuore della sovrana dovesse finalmente cedere, il tesoro della Corona riprenderà il controllo della dimora di Dolittle, cacciandolo da casa e gettando le innocue bestie alla mercé dei cacciatori. Basta questo per convincere il dottore ad accettare l’incarico, intraprendendo così il viaggio che sua moglie aveva lasciato incompiuto. Nonostante a corte ritrovi il vecchio collega di studi e rivale Blair Müdfly (il sempre bravo Michael Sheen), che di lasciare campo a Dolittle non ne ha affatto voglia e, anzi, sarebbe ansioso di rubargli il segreto dell’albero dell’Eden, il nostro eroe dovrà riuscire a scoprire chi sta davvero cercando di fare del male alla regina. Al contempo, portando con sé la sua variopinta squadra e il cocciuto Stubbins in veste di apprendista, dovrà anche trovare il modo di salvare in tempo lei e i propri compagni.
Una inattesa strabiliante impresa per mare ha così inizio, dove oltre a fare nuovi amici, Dolittle potrebbe forse ritrovare la pace con sé stesso.
Questo film per famiglie, coloratissimo e impetuoso, porta la firma di Stephen Gaghan, qui regista e sceneggiatore, doppio ruolo che aveva già ricoperto brillantemente in passato con Syriana nel 2005 e un po’ meno in Gold – La grande truffa nel 2016. Abbondantissimo l’uso della computer grafica, fondamentale per una vicenda dove gli animali al seguito di Dolittle parlano, lottano e si muovono in continuazione negli esotici paesaggi della fiaba. Ognuno di essi è bizzarro e abilmente caratterizzato tanto che, a volte, questi finiscono per rubare a Downey Jr. la scena. Non a caso, nella versione originale, sono stati scelti nomi di primo piano per le voci, come Emma Thompson per Polynesia, Rami Malek per Chee-Chee e John Cena per Yoshi, ma nel cast ci sono anche Tom Holland (il più recente Spiderman della Marvel) e Ralph Fiennes. Altra nota positiva sono certamente i costumi, importantissimi vista l’epoca scelta per le vicende, che sottolineano lo squisito tono spiccatamente britannico della pellicola: non mancano dunque accessori di ispirazione “steampunk”, cilindri, lunghi cappotti, le giubbe rosse dei soldati e gli abiti dei pirati che faranno capolino durante la traversata.
Stroncato da più parti in patria, Dolittle in realtà non vuole essere certamente un capolavoro, limitandosi a proporre nella migliore veste possibile un’avventura leggera, dai risvolti comici e condita di buoni sentimenti. Nel suo portarci in giro per terre inesplorate, è un susseguirsi di siparietti e situazioni curiose, alcune molto divertenti, poche altre magari meno riuscite, ma in fin dei conti è difficile, e anche abbastanza illogico, cercare in un prodotto del genere tematiche filosofiche ardite o personaggi troppo sfaccettati. Si preferisce un approccio certamente fumettoso, ma non bisogna confondere l’essere lievi con l’essere superficiali. Ovviamente, se state cercando il Robert Downey Jr. sciupafemmine e corazzato di Iron Man, se proprio non vi va di vederlo gesticolare e fare versi ridicoli per comunicare con i suoi alleati pelosi, non è il film che fa al caso vostro. Se cercate un bel pomeriggio per sorridere sereni in compagnia dei vostri figli o nipoti (ma segretamente anche del bimbo che è ancora in voi) allora potreste aver trovato il titolo adatto. Dolittle non offre nulla di più, sta a noi accettare l’innocuo gioco che dichiara di essere.

Massimo Brigandì

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