«Lolita è una donna del Sud com’è oggi e non come dovrebbe essere»
Le indagini di Lolita Lobosco sono liberamente tratte dai romanzi di Gabriella Genisi (editi da Sonzogno e Marsilio Editori), «una moderna declinazione al femminile del giallo all’italiana ibridato con la commedia rosa» (dalla nota ufficiale). Per la trasposizione televisiva è stata chiamata una squadra di lungo corso di sceneggiatori composta da Massimo Gaudioso, Daniela Gambato e Massimo Reale, mentre la regia è stata affidata a Luca Miniero.
Lolita (che Luisa Ranieri si è cucita addosso, ma, al contempo, sembra che abbia trasmesso naturalmente qualcosa di sé a questo personaggio) «è una donna del Sud, mediterranea, vivace, empatica e single in carriera; vicequestore del commissariato di polizia a Bari, sua città natale dov’è appena tornata dopo un lungo periodo di lavoro nel Nord Italia. A capo di una squadra di soli uomini per essere autorevole Lolita non ha bisogno di castigare la sua innata sensualità. In un mondo ostinatamente governato dai maschi come quello dell’investigazione e della giustizia, Lolita sceglie di rimanere se stessa, un prezioso mix di esplosiva bellezza e un pizzico di malizia che le permette non solo di affermarsi sui colleghi uomini, ma anche di combattere il pregiudizio di alcune donne. Lolita però, nonostante sprigioni fascino e bellezza, non ha mai avuto una storia importante. Trova sempre delle scuse per non impegnarsi: il lavoro, il poco tempo, il suo ruolo, i difetti del partner, il desiderio di indipendenza. È di natura passionale, ma c’è qualcosa che la blocca, qualcosa che ha a che fare con il suo passato famigliare.
Se nella sfera pubblica è affiancata dai devoti e anche un po’ innamorati attendenti Forte (Giovanni Ludeno) ed Esposito (Jacopo Cullin), il suo mondo privato è tutto al femminile: la madre Nunzia (Lunetta Savino) e la sorella Carmela (Giulia Fiume) con le quali ha un rapporto spinoso ma ugualmente affettuoso e l’amica magistrato Marietta (Bianca Nappi), sposata e madre, segretamente invischiata in amorazzi e avventure extraconiugali.
È proprio Marietta a presentarle il giornalista Danilo (Filippo Scicchitano), bellissimo e quasi trentenne» (dalla sinossi ufficiale).
Incontro stampa Le indagini di Lolita Lobosco
Abbiamo avuto modo di seguire la conferenza stampa di presentazione della fiction (prodotta da Bibi Film Tv e Zocotoco in collaborazione con Rai Fiction), dove sono stati approfonditi diversi aspetti dei personaggi, oltre a caratteristiche della produzione.
Tocca alla direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, introdurre la conferenza: «Questa nostra nuova avventura che nasce, spero con i migliori auspici, è solare. La protagonista principale è una donna molto impegnata, non rappresenta uno stereotipo. È, appunto, solare, bella e intelligente e sono a proprio questi aspetti che apprezzo. Il tutto avviene in una Bari bellissima e moderna. Non voglio anticipare troppo, se non che questa fiction sarà una scoperta continua poiché è un’avventura che mette insieme tutti i generi che potevamo provare a unire e cioè: detection (con una donna in polizia che deve fare i conti con un ambiente di uomini attorno e con una famiglia tradizionale), dramedy, comedy. Avendo avuto il privilegio di vedere in anteprima la prima puntata sono sicura che sarà un personaggio che seguiremo non solo tutti con piacere, ma stupirà anche le donne perché Lolita è un ruolo sfaccettato e, nella contemporaneità, noi sappiamo che le donne sono piene di angolature. In questo va riconosciuta anche una grande interpretazione di Luisa Ranieri, che, a mio parere, sta in tre elementi straordinari: la leggerezza, la fantasia e una grande professionalità che, uniti, danno vita al rigore e al sorriso».
Le fa eco Angelo Barbagallo della Bibi Film (coproduttore, di cui ricordiamo, tra i progetti, La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana): «È stata una bella avventura che ho vissuto per la prima volta con Luca Zingaretti (altro coproduttore), il quale ha scoperto i romanzi di Gabriella Genisi. Luca ci ha visto giusto poiché Lolita è un personaggio molto interessante, con tante sfumature – di intrattenimento e riflessione della donna. Esistono tanti livelli di lettura; in più è un personaggio che sembra pensato apposta per Luisa, che si è calata in questo ruolo con una naturalezza che mi ha molto colpito – lo affermo conoscendola anche nel privato: lei ha profili di intelligenza, spontaneità, ironia che, dentro questa parte, ci sono tutti. Il nostro lavoro di produttori è stato quello di realizzare questa idea molto forte nel modo migliore.
Abbiamo messo in piedi un dream team, partendo dagli sceneggiatori, capitanati da Massimo Gaudioso, al regista Luca Miniero il quale ha portato qualcosa di sorprendente, dall’ironia al dinamismo, nella ricerca della composizione di un cast di cui sono felicissimo. Spero tanto che questa serie piaccia al pubblico com’è piaciuta a me, non solo realizzarla, ma anche vederla. In ultimo, ci tengo a ringraziare l’Apulia Film Commission – so che Antonio Parente ci sta seguendo – perché il supporto è stato di fondamentale per il nostro lavoro, non solo come contributo economico, ma anche sul piano dell’assistenza».
Incuriosisce l’intervento dell’autrice dei romanzi, la Genisi: «Quando ho saputo che sarebbe stata Luisa Ranieri a interpretare il mio personaggio immaginato, non avrei potuto sperare in un’attrice migliore. Sono stata sul set poche volte a causa del COVID nonostante io abiti a Bari. Quando ci sono andata, però, ho notato grandissima affinità tra il regista e gli attori. Sono sicura che quest’atmosfera verrà percepita anche dai telespettatori. Grazie a Luisa il personaggio è uscito dalle pagine del libro e ha preso forma. È un’idea nata da un vuoto. Ho creato il personaggio di Lolita non per emulare il commissario Montalbano, ma per bilanciare la presenza femminile in questo genere. Ho cominciato ad immaginare Lolita quando Luca e Luisa non stavano neanche insieme. Nei miei libri c’è un riferimento a Montalbano e ad Andrea Camilleri ha fatto molto piacere».
Giustamente la parola passa al capitano di questa esperienza, Luca Miniero: «Leggere i romanzi della Genisi è stata una bella rivelazione anche per me. Ho visto subito la possibilità di raccontare un Sud non di maniera, più contemporaneo, com’è il personaggio di Lolita e com’è Luisa Ranieri nelle sue interpretazioni, che unisce ironia e profondità. Io e Luisa, entrambi napoletani, ci siamo messi al servizio della Puglia per rappresentare questi gialli che sono racconti a 360 gradi. Il Sud è un aspetto, ma un altro aspetto che vorrei ricordare è la grandezza di tutti gli interpreti. È stato un progetto complesso che, grazie alle loro capacità, è diventato un racconto di personaggi sfumati e non cliché».
La testimonianza di Luisa Ranieri: «Lolita è una donna di oggi. Quello che ci è sempre piaciuto nei romanzi della Genisi consisteva nel raccontare una donna del Sud com’è oggi e non come dovrebbe essere. Anche il fatto che lei faccia le indagini su tacco 12 è quasi una provocazione, però narra un femminile che non ha bisogno di vestirsi da maschile per essere autorevole e meritevole: io, in quanto donna, mi affermo per quello che sono e non ho la necessità di mascherarmi da uomo perché mi venga riconosciuta autorevolezza. Questo, secondo me, è un passo avanti interessante per il femminile e quando l’ho letto, pensando anche a tutte le voci off del ruolo – le voci pensiero di Lolita – si rappresentava un’anima, un modo di essere e di pensare così come di concepire il lavoro. Tornare a Bari dopo tanti anni significa per lei fare pace coi propri conflitti e rasserenarsi rispetto a quello che si è stati e si vorrà essere. Apprezzo pure la sua ironia nel dover comandare questa squadra di uomini, il suo essere dura e secca, ma affettuosa – che non significa più debole. Ho incontrato questo personaggio con Luca Miniero con cui avevo già lavorato e con cui ho fatto una delle mie interpretazioni, forse, più interessanti. Luca ha una sensibilità nel raccontare il femminile, riesce a cogliere le sfumature sottolineando anche con un dettaglio.
Ci tengo a dire che questa è la prima serie che è partita post-lockdown, coi protocolli. È stata una lavorazione, grazie alla Bibi Film, seppur faticosa e costosa, ma ci ha fatto sentire sicuri. Abbiamo continuato a lavorare anche durante la seconda ondata e ciò ci ha compattato di più e questo, a mio parere, ha giovato al lavoro facendoci approcciare con grande unione e forza tra di noi. Non sono in presenza (ma in collegamento, nda) Giulia Fiume che dà vita a mia sorella né Bianca Nappi, che è stata per me una grande scoperta – un’attrice straordinaria con cui ho amato lavorare -, ho adorato avere affianco la mia carissima amica Lunetta. È stata un’avventura bella, piena, ringrazio anche gli attori che mi hanno supportata e sopportata. Ogni volto scelto non è mai stato scontato e, in questo, Luca, insieme al delegato di produzione Riccardo, mi ha sorpresa. In più, per la prima volta, ho affrontato questo personaggio senza prendere appunti, mi sono approcciata come un ‘cavallo pazzo’».
Un elemento essenziale è rappresentato dalla lingua e a tal proposito l’artista ha affermato: «Per quanto riguarda il dialetto era fondamentale avere un accento del Sud, nonostante il personaggio abbia vissuto a lungo al nord. Per quanto riguarda la parte sentimentale del personaggio, abbiamo deciso di non calcare troppo la mano sul dialetto. Lo abbiamo dosato, per questo motivo, lo abbiamo ‘ingentilito’. Volevamo che il dialetto fosse comprensibile a tutti. È stato un lavoro di squadra sulla lingua, scena per scena. Come coach avevo Totò Onnis (presente come interprete anche, nda) e talvolta, al volo, sulla scena capitava che intervenisse anche Lunetta. Quando ero troppo stanca sul set, ad esempio, mi faceva notare che chiudevo troppo le vocali, avvertendomi che stavo virando verso il molfettese».
L’attrice napoletana ci tiene molto a precisare che la sua Lolita «Non è un Montalbano al femminile. Lolita è una donna che si muove oggi e qui. È una donna di oggi. Montalbano è un personaggio quasi metafisico, si muove in un mondo che nessuno è riuscito a ricreare. I numeri parlano. Sono onorata di questo paragone, non mi disturba, certo ci auguriamo di avere lo stesso successo; ma chi vedrà la serie si accorgerà che sono due mondi diversi».
A ruota ascoltiamo le parole degli altri componenti del cast presenti
Lunetta Savino: «Condivido pienamente tutto quello che è stato detto fino ad ora. Quella di Lolita è una famiglia al femminile: Nunzia, sua madre, è una vedova di un marito molto amato, la quale parla ancora con il marito che non c’è più – un tratto che richiama un Sud che non c’è più, quasi arcaico. Al contempo anche Nunzia è una donna dinamica, si è rimboccata le maniche dopo la perdita del marito e ha portato avanti la baracca, con Lolita e con la figlia più piccola, supportando Giulia (separata con bambini e, quindi, col suo carico di problemi) ed è molto orgogliosa di Lolita, in quanto, la figlia che è andata via si è affermata. Si vedono ovviamente i contrasti che si creano nelle famiglie e tra madri e figlie per cui i rapporti sono piedi di colori. Nunzia, pur essendo una donna semplice, è attenta al mondo che cambia.
Da barese, posso dire che questa è una caratteristica tipica, in particolare, di questa città di mare, mercantile e, quindi, di commercianti – ammetto, sono un po’ di parte… – Nunzia, infatti, è una donna che guarda agli affari. C’è una parte di commedia molto sviluppata, ma ci saranno anche emozioni perché questo trio di donne sono molto legate, con contrasti naturali, veri, ma teneri e divertenti.
Per quanto riguarda il dialetto ho giocato in casa. Quando hai una protagonista come Luisa Ranieri, chi se ne frega se l’accento non è perfetto! Solo un barese se ne può accorgere… C’è un cast di ottimi attori e, da spettatrice, li ho trovati sorprendenti».
Bianca Nappi: «Marietta è una tipa molto inclusiva, che vorrebbe sempre vivere delle avventure e spinge Lolita a farlo. È stato molto divertente e facile lavorare con Luisa nel dar vita a questa coppia di amiche, che, mi auguro, vi piaccia».
Filippo Scicchitano: «Per quanto riguarda l’aspetto fisico del mio personaggio, un ‘giornalista trentenne bellissimo’ (citazione dal pressbook, nda), Lolita, sì, ha un’attrazione per questo ragazzo ma troverà di più oltre all’aspetto fisico».
Giovanni Ludeno: «Io do corpo all’amico di Lolita Lobosco che è anche il suo capo. Uno dei temi di questa serie è il ritorno. Lolita torna dal nord come se fosse un Ulisse al contrario. È un giallo ma è anche una commedia ammantata di nostalgia».
Jacopo Cullin: «Ho la parte di un uomo stralunato, affascinato dal ruolo di Lolita, sottomesso da lei, dalla madre e anche da una ragazza… Su questo set, si è creata quasi una famiglia».
Essenziale, come è stato evidenziato sin dall’inizio, si è rivelata la base della scrittura. In rappresentanza del team degli sceneggiatori è intervenuto Massimo Gaudioso: «È stata una sfida molto stimolante confrontarci con questo genere, molto popolare nel cinema e nella letteratura contemporanea. Attraverso l’investigazione si possono approfondire tanti aspetti della vita. In questo caso, siamo partiti da una base molto interessante che aveva al centro un personaggio femminile ricco, una donna emancipata che deve farsi strada in un mondo prevalentemente maschile. Però, allo stesso tempo, Lolita è una donna che conserva la propria femminilità. Il ruolo principale era già ben caratterizzato ma ci ha dato la possibilità di andare a fondo sugli altri personaggi e sul mondo di Lolita costituito da una famiglia matriarcale, dai suoi collaboratori – uno in particolare, il suo ex compagno di classe, con cui inizia un percorso di riscoperta di se stessa e di valori che aveva dimenticato – e un altro personaggio, quello dell’attendente interpretato da Cullin, che la mette in confronto con il tipico maschio meridionale che così tipico non è. Ci siamo divertiti ad approfondire aspetti che sul romanzo non erano presenti anche perché la serialità offre questa possibilità. Abbiamo lavorato nel massimo rispetto dei romanzi di Gabriella, permettendoci qualche libertà, come quella sul padre di Lolita».
L’appuntamento con Le indagini di Lolita Lobosco è a partire da domenica 21 febbraio 2021, in prima serata su Rai1, per quattro puntate.
Maria Lucia Tangorra