Sognando Las Vegas
Come ben noto, Martin Scorsese ha fatto della mafia una questione antropologica. Definizione che, ci rendiamo conto, può significare tutto o nulla. In questo specifico caso però sta ad indicare la massima completezza possibile. Perché non è sufficiente una perfetta capacità descrittiva al fine di rendere realistico il fenomeno da un punto di vista cinematografico; ci vuole anche un’attitudine totale alla compenetrazione in esso. Martin Scorsese, nella sua trilogia ideale dedicata alla mafia contemporanea, lo ha fatto. Sia pure con il fondamentale contributo di Nicholas Pileggi – relativamente ai primi due capitoli – alla voce sceneggiatura.
Quei bravi ragazzi (Good Fellas, 1990), Casinò (Casino, 1995) e il recente The Irishman (2019) resteranno oggetti peculiari in qualsivoglia percorso di ricerca, anche extracinematografico, sulla forma più “alta” di criminalità organizzata. Approfittando dunque dell’uscita italiana di una magnifica edizione blu ray ad opera di Universal Pictures Italia, torniamo a parlare del capitolo centrale, quel Casinò che riveste grande importanza nell’economia del discorso scorsesiano sulla malavita statunitense. Lo schema narrativo è quello comune ai tre film: vertiginosa ascesa ed inesorabile caduta dei personaggi principali dei vari lungometraggi. Anche perché, in ambito mafioso, si trova sempre qualcuno con più potere che agisce nell’ombra. Spietatamente. Differenze sostanziali con la prima opera della trilogia: mentre Quei bravi ragazzi viene raccontato dal punto di vista di Henry Hill (Ray Liotta), immortalato in un percorso di crescita e affiliazione alla mafia con relativa fascinazione iniziale verso di essa, in Casinò Scorsese sceglie la strada del racconto polifonico, in cui la voice over dei personaggi si alterna a raccontare il proprio punto di vista. Un’operazione radicale che risucchia in maniera ancora più definitiva lo spettatore all’interno di un implacabile vortice di denaro, potere e conseguente violenza. Ogni vertice del triangolo di protagonisti è mosso da desideri insopprimibili: Da Sam “Asso” Rothstein (un Robert De Niro dalla sapiente recitazione in sottrazione) all’amico Nicky Santoro (sempre eccellente Joe Pesci) fino ad arrivare alla donna contesa Ginger McKenna (una Sharon Stone bravissima ad affrancarsi dall’immagine di sex symbol post Basic Instict) risultano personaggi posseduti dalla irrefrenabile sete di soldi. Coerenti fino alla fine. E Martin Scorsese, in virtù del suo supremo tocco cinematografico assieme spettacolare e umanista, rende come meglio non si potrebbe forze e debolezze del terzetto, facendole abilmente coincidere e deflagrare sino al punto di non ritorno.
Autodistruzione è quindi, in Casinò come in quasi tutte le opere scorsesiane venate di cupo dramma, la cifra comune dei protagonisti. Associata in questo caso ad un senso di inadeguatezza espresso sin dalla primissima sequenza nonché dai magnifici titoli di testa. Nessuno dei personaggi, come confermano le voci narranti, sarebbe poi stato in grado di gestire quel fiume di denaro e potere derivato dagli introiti della casa da gioco. Trasfigurando così Las Vegas, capitale del gioco d’azzardo, in un luogo utopico dove il benessere assoluto rimane incarnazione di un sogno americano riservato a ben pochi eletti. Con peraltro un altissimo prezzo da pagare. Una parabola morale di altissimo spessore, che culmina in un inevitabile massacro finale privo di intenti catartici, “banale e ovvia” conseguenza di una scalata senza freni nel corso della quale i rischi superavano di gran lunga i benefici economici. Tra echi shakespeariani e tragedia greca i destini beffardi conducono o a metri sottoterra oppure al punto di partenza, a meditare amaramente se aver assaporato per un periodo il Potere sia peggio che non averlo mai avuto.
Riscoprire a distanza di venticinque anni un’opera del calibro di Casinò resta allora un autentico dovere cinefilo. A maggior ragione grazie ad una lussuosa edizione a due dischi (il secondo dedicato alla smagliante versione in 4k), oltre che di qualità tecnica sopraffina arricchita di extra che prevedono molte scene tagliate, un esaustivo speciale di History Channel con lo scrittore e sceneggiatore Pileggi sui fatti di cronaca che hanno ispirato il film, un breve documentario sulla città di Las Vegas e commenti audio di regista e interpreti.
Basta tutto ciò a non farselo sfuggire?
Daniele De Angelis
Casinò
Regia: Martin Scorsese
USA, 1995 Durata: 178′
Cast: Robert De Niro, Sharon Stone, Joe Pesci
Lingue: Inglese DTS HD, Italiano
Sottotitoli: Italiano, Inglese, lingue varie
Video: 4k Ultra HD, 1080p Alta Definizione
Extra: scene eliminate, Speciale History Channel con Nicholas Pileggi, Las Vegas e la mafia. commenti audio vari. Distribuzione: Universal Home Video Italia