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Dance with Me

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VOTO: 7.5

Il Giappone che non ti aspetti

Un’originale e divertente commedia musicale che mostra un Giappone inedito, che rifiuta l’omologazione e pone l’accento, con toni stravaganti, sulla libertà di essere se stessi; in Dance with Me, balla con me, sfavillante musical di Yaguchi Shinobu presentato al 22° Far East Film Festival, infatti, la protagonista, impiegata in un’azienda commerciale, si troverà a vivere un’incredibile avventura on the road che le cambierà la vita.

Suzuki Shizuka (interpretata da una bravissima Miyoshi Ayaka) ha una vita che scorre liscia sui binari: lavora come impiegata, ha un buono stipendio e una bella casa, ma un giorno il Fato ci mette lo zampino. Proprio quando ha l’opportunità di farsi notare e fare carriera, lavorando ad un importante progetto nel weekend, le piombano in casa sorella e nipotina; Suzuki riuscirà comunque a finire il suo lavoro, quindi per distrarre la nipote decide di portarla in un parco divertimenti, dove si esibisce un anziano ipnotista (un simpatico e navigato Takarada Akira), un tempo famoso in televisione. Il destino (o meglio, la sceneggiatura) vuole che l’ipnosi diretta alla giovane arrivi invece a Suzuki; la ragazza, che a causa di un trauma infantile nutre un profondo odio per il musical, sarà così costretta a cantare e ballare ogni volta che sente una qualsiasi musica. Il disastro è alle porte: Suzuki inizia a cantare e ballare sulle scrivanie durante un’importante riunione aziendale e manda in fumo un appuntamento con un attraente (ma ambiguo) giovane dirigente dopo aver distrutto il locale dove i due erano a cena con la sua esibizione musicale (saltando persino su un lampadario). Dopo aver tentato, invano, la strada medica, l’unica soluzione che le resta è quella di rintracciare l’ipnotista e fargli interrompere la sua suggestione inconscia. Una ricerca che trasforma il film in un divertente (e musicale) road movie: Suzuki percorrerà tutto il paese fin alla lontana Hokkaido insieme all’ex assistente dell’ipnotista, la stravagante ed impulsiva Saito Chie (Yashiro Yu), tra incontri improbabili (una ragazza che canta e suona per strada, con cui formeranno un inedito trio) e disavventure (un finto spasimante di Saito che le deruba di soldi ed auto, tre strozzini tenaci anch’essi sulle tracce dell’ipnotista) fino al gran finale. L’ipnosi cancellata, le due tornano a casa, ognuna alla propria vita. Ma il viaggio con Saito è stato un cammino nella consapevolezza che ha cambiato Suzuki; rimosso il trauma infantile, può finalmente scegliere la vita che desidera davvero.

Dance with Me è, con Wotakoi: Love is Hard for Otaku, anch’esso presentato al 22° Far East Film Festival, un raro esempio di musical giapponese; nel film di Yaguchi, che ricorda per magnificenza e brio i musical hollywoodiani, a farla da protagonista è il realismo, tipico del regista, delle scene di canto: sono infatti gli stessi interpreti a cantare, senza supporto di professionisti ‘ugole d’oro’, e così la crescita delle abilità vocali di Shizuka vanno di pari passo con quelle di Miyoshi, mentre le messe in scena di danza, abilmente costruite, esistono solo nella fantasia della protagonista, che nella realtà del film, ballando combina disastri. Il risultato è un film brillante, con vere punte comiche, ma non superficiale; alla stregua del precedente Swing Girls (del 2004), infatti, anche Dance with me sviluppa un percorso narrativo verso l’emancipazione di Shizuka. E ci mostra, forse, una recondita aspirazione del Giappone verso l’anticonformismo.

Michela Aloisi

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