Per chi suona la Campanella
Parafrasando la poesia di John Donne, Nessun uomo è un’isola, “non chiederti per chi suoni la campana, essa suona per te”, nel nuovo film di Pierfrancesco Campanella, Brividi D’Autore, la campana suona a morto un po’ per tutti, trattandosi di un horror. Un horror ad episodi dal gusto vintage, e anche un po’ retrò nel suo essere al tempo stesso un omaggio irriverente al cinema (dalle location che rimandano al produttore Alfredo Bini agli inserti di spezzoni di film di Marco Ferreri) ed un’opera complessa di metacinema ad incastro di scatole cinesi.
Il contenitore principale, la cornice, è la regista in crisi Louiselle Caterini (un’inedita e convincente Maria Grazia Cucinotta), in cerca di riscatto dopo il flop del suo ultimo film ed in causa con il produttore dello stesso (il bravo Franco Oppini); tra sedute dallo psicologo per riprendersi dall’aggressione subita da uno sconosciuto con la maschera di Frankenstein e in palestra, incontri con produttori ed amici (tra cui troviamo la bella e brava Gioia Scola), il ritorno di ex compagni (Davide, interpretato da un sempre affascinante Sebastiano Somma), scrive e propone (senza successo) alcune nuove sceneggiature horror, che prendono vita nei singoli episodi.
Episodi diversissimi tra loro, che virano dal racconto surreale, quasi fantasy, della vedova nera parlante de L’amante perfetta all’inquietudine del thriller psicotico de L’idea malvagia (con un alleggerimento nella iconica interpretazione di Giuseppe Oppedisano nei panni del detective), dal complottismo delle sette sataniche di Sacrificio disumano (che vede tra gli interpreti una enigmatica Francesca Nunzi) allo splatter sociologico di Solitudini pericolose, per concludere con l’ironia nera di Pensiero Giallo (protagonista la brava attrice comica Luciana Frazzetto); mentre la stessa storia della protagonista, oltre ad essere il trait d’union degli episodi, si sviluppa in direzioni inaspettate, dando vita a numerosi (forse troppi) finali, in una sequela di colpi di scena più o meno imprevedibili.
La scelta di scrivere un’opera meta-cinematografica risulta accattivante ed azzeccata; non solo la scelta di una protagonista perfettamente inserita nell’ambiente, che ricrea ad hoc il film nel film (in un continuo gioco di specchi), ma i chiari riferimenti alla Settima Arte, da produttori come Alfredo Bini a registi come Marco Ferreri sono disseminati lungo tutto la pellicola. Tra i film di Ferreri inseriti qua e là nella sceneggiatura, piccole perle nel variegato contenitore di Brividi D’Autore, ritroviamo il classico Storie di Ordinaria Follia, con Ben Gazzara ed una splendida Ornella Muti, Ciao Maschio, con un giovane Gerard Depardieu ed un grande Marcello Mastroianni), I love You, interpretato da un giovanissimo Christopher Lambert, mentre locandine e vecchie fotografie campeggiano sparse su pareti e suppellettili, vero omaggio al grande cinema italiano.
Cinema classico e cinema di oggi; Campanella riesce ad omaggiare il primo ed a fare nel contempo un film che è un equilibrato mix di generi: non solo horror, insomma, ma thriller, giallo all’italiana, commedia nera, splatter, surrealismo fantasy, cannibalismo, finanche lo snuff movie; nota di merito anche alla fotografia di Francesco Ciccone ed al montaggio di Francesco Tellico, che incarnano alla perfezione l’opera fuori dal comune di Campanella. Menzione speciale infine alle musiche di Fabio Massimo Colasanti e di Marco Werba (per l’episodio Solitudini pericolose). Brividi D’Autore di Pierfrancesco Campanella è un bell’horror ad episodi curato con attenzione nei dettagli e perfetto nella regia e nelle interpretazioni dei suoi protagonisti; un horror che spazia nel genere a tutto tondo, portando la paura con leggerezza ed ironia, fino alla risata liberatoria.
Michela Aloisi