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Tlacuilos

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VOTO: 8

Once Upon a Time in Mesoamerica

Il costaricano Federico Peixoto vive la cultura Hip-Hop a 360°, quasi fosse una seconda pelle. Dopo averne scoperto la passione e l’impegno in ambito cinematografico, più di un anno fa, grazie all’HIP-HOP CINEFEST, lo abbiamo potuto incontrare ancora una volta al Nuovo Cinema Aquila per l’edizione 2023 del festival capitolino, col quale continua ad avere un rapporto speciale; stavolta, però, non nelle vesti di film-maker bensì in quelle di DJ Gafeto, chiamato per l’occasione a ritmare dalla consolle la scoppiettante serata di chiusura.
Lì il suo momento di gloria risale in ogni caso al 2022, quando Tlacuilos (diventato col tempo un piccolo cult) aveva ricevuto una Menzione Speciale tra i documentari. E il cammino italiano di questo strepitoso lavoro pare non essersi fermato col festival che ce l’aveva fatto conoscere, considerando che il 29 giugno è stato riproposto con successo, sempre a Roma, nel corso di un evento ribattezzato Culture Blend Fest Volume 1; mentre il 5 luglio sarà il turno del Forte Prenestino, dove l’artista presenterà tale film per curare poi anche l’immancabile dj set. Quanta energia!

E di energie ce ne sono davvero tante, in ballo, all’interno di un progetto cinematografico quanto mai sapido e ricco: Costa Rica, Nicaragua, Panama, Guatemala, El Salvador, Honduras, queste le tappe di un viaggio nell’America Centrale di rara intensità. Comune denominatore l’hip-hop. Nel nome di un sentire comune e del desiderio di far entrare in contatto le diverse anime e le diverse espressioni artistiche, relative a tale cultura. Ma se il desiderio di fare rete è forte, altrettanto significative sono le sfumature, le differenze, inerenti ad esempio ai travagliatissimi trascorsi politici e sociali di tali terre.
Specie nella seconda metà del Novecento, corrotti regimi militari e ingerenze americane hanno spesso insanguinato le nazioni dell’America Centrale, da Panama sotto attacco statunitense ad El Salvador in balia di guerre intestine, dal Guatemala martoriato di Rigoberta Menchù al Nicaragua conteso a lungo da ideologie contrapposte. Ferite sociali ancora aperte, leggi non scritte dettate da gang che si spartiscono il territorio e retaggi delle antiche civiltà precolombiane tendono ora a riflettersi nei murales variopinti, nelle firme degli artisti di strada, nei versi di qualche rapper, oppure in iniziative culturali (vedi il forte momento di aggregazione e coesione raggiunto tra esponenti di diversi paesi ad Antigua, Guatemala, con il festival Hip Hop Unión) volte a cementare tra loro le differenti esperienze. La ricerca e la salvaguardia delle radici si configura come una delle piste più affascinanti. Sicché grazie a uno degli intervistati apprendiamo che il termine “Tlacuilos“, da cui il titolo del film, fa riferimento in una cultura carente di fonti scritti come quella Maya a quei “cronisti sui generis” che si affidavano a complesse iconografie, tracce grafiche simili a geroglifici, per testimoniare il loro tempo; un po’ come i graffiti e gli altri esempi di street art oggi, tale l’accostamento che si intende suggerire. Indubbiamente suggestivo.

Con un montaggio avvolgente, vorticoso, Federico Peixoto ci permette di incontrare innumerevoli astisti e testimoni del movimento, immortalando poi nelle riprese una sfilza di opere e di ambienti, che vanno dalle periferie delle metropoli mesoamericane a quelle zone rurali, dove campeggiano ancora templi e ruderi delle civiltà precedenti. Ne risulta un viaggio quasi frastornante. Ma soprattutto un viaggio che è costato tanto impegno, tanti anni di lavoro… e qualche rischio, considerando che ci sono posti, tra quelli ripresi nel film, in cui non ci si può nemmeno avventurare senza prima presentarsi alle bande armate che vi dettano legge. Non a caso, a testimoniare la drammaticità di certe situazioni, sui titoli di coda arriva come un pugno allo stomaco l’omaggio a uno dei protagonisti del documentario, quel Milo così generoso e attivo nel sociale, di recente scomparso nel nulla a San Salvador. Altro tassello di una terra dove una forte volontà di esistere, resistere, esprimersi, si contrappone di continuo a forze oscure che tale flusso vitale lo vorrebbero invece spezzare.

Stefano Coccia

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