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Too Cool to Kill

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VOTO: 10

Un killer vi conquisterà

Esilarante fino alle lacrime, tra metacinema ed omaggio vero al Cinema, mixando generi e citazioni, Too Cool to Kill di Xing Wenxiong (libero adattamento del film giapponese The Magic Hour di Mitani Koki) conquista il Gelso di Cristallo alla 24ma edizione del Far East Film Festival, salendo così sul podio dei vincitori al terzo posto, ed il Gelso Bianco come vincitore della sezione Opere Prime, premio assegnato da giurati esperti: i Manetti bros. e Vanja Kaludjercic, direttrice del Festival di Rotterdam.

Ambientato in una fantomatica cittadina costiera cinese dalla struttura che rimanda già ad un set cinematografico, Too Cool to Kill (il cui titolo originale è di per sé un gioco di parole che richiama, con il semplice cambio di un ideogramma, il titolo cinese di Leon di Luc Besson) si snoda come una divertente commedia degli equivoci in cui realtà e finzione si intrecciano e si mescolano senza soluzione di continuità, in cui tutti in fondo sono attori, perché interpretano il ruolo in cui credono.

Wei Chenggong (interpretato dallo straordinario Wei Xiang) è un aspirante attore che sbarca il lunario facendo la comparsa; Mi Lan (la bravissima Ma Li) è un’attrice corteggiata dal boss Hawei, finanziatore del suo film, diretto dal fratello Mi Le; il boss Hawei spadroneggia nella cittadina ma è nel mirino del famoso killer Karl, che nessuno ha mai visto. Fratello e Sorella, ricattati e minacciati dal Grande Capo, sono pronti a fuggire; per prendere tempo fino alla partenza, affermano di conoscere il mitico Karl e di poterlo presentare a Hawei, che vuole ad ogni costo conoscerlo. Wei viene così ingaggiato per impersonare Karl, in un film senza sceneggiatura, con cineprese nascoste ed attori liberi di improvvisare creando ed interpretando i propri personaggi e la storia stessa. Si srotola così la grande farsa del film nel film, con uno strabordante “finto Karl” che è l’unico a credere nella realtà della finzione, impersonando un killer assolutamente eccessivo ed irresistibile, sbalordendo e conquistando attori e gangster sullo schermo e finanche l’intera platea del Teatro Nuovo Giovanni da Udine, giuria compresa.

Xing Wenxiong mescola con maestria i generi classici della cinematografia, spaziando dalla commedia ai gangter movies agli spaghetti western in un’opera di metacinema che è al tempo stesso Omaggio all’essenza del Cinematografo; dal titolo che richiama il celebre Leon di Besson alle citazioni più o meno velate: il musical Cantando sotto la pioggia di Gene Kelly e Stanley Donen, lo spaghetti western Per un pugno di dollari di Sergio Leone, il neo western El Mariachi di Robert Rodriguez, il noir Contratto per uccidere di Don Siegel, e ovviamente il classico La sfida del samurai di Kurosawa.
Da Clint Eastwood a Gene Kelly, “Karl” si muove con elegante goffaggine, comico perfetto in una struttura narrativa che si srotola senza cedimenti o sbavature; tra tutte, assolutamente indimenticabile la scena dell’incontro con il mafioso italiano.
Non mancano scene che fanno vibrare le corde della commozione, quando “Karl” interpreta il ruolo di un amico morto, su richiesta della di lui madre, per non spezzare il cuore del padre cieco; un momento di ironica tenerezza che dà al film uno spessore diverso, mostrando che, in fondo, ognuno di noi interpreta il ruolo che gli viene richiesto dal mondo circostante, pur rimanendo, in nuce, se stesso.

Michela Aloisi

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