Il tempo che fa: occasionali rovesci e provvidenziali schiarite
Jerzy Stuhr era già noto in Italia quale interprete sopraffino del cinema di Krzysztof Kieślowski e di altre importanti produzioni polacche, quando la straordinaria doppietta rappresentata da Storie d’amore (1997) e Sette giorni nella vita di un uomo (1999) lo impose all’attenzione anche come autore. Le partecipazioni alla Mostra del Cinema di Venezia avevano parimenti inciso, in tal senso. Negli anni seguenti, purtroppo, la sempre più distratta distribuzione italiana ha perso contatto spesso e volentieri con la sua filmografia da regista. Ed è davvero un peccato. Ce ne stiamo rendendo ulteriormente conto qui, alla quarantunesima edizione del Bergamo Film Meeting, laddove l’ampia retrospettiva a lui dedicata consente di recuperare ogni giorno autentiche chicche. Tra queste, particolarmente brillante ci è parso un lungometraggio del 2003, Tomorrow’s Weather (Pogoda na jutro).
Mattatore assoluto di una effervescente commedia satirica, attorniato comunque da altri strepitosi interpreti (tra cui l’ormai lanciatissimo figliolo, Maciej Stuhr, visto all’opera in svariati film diretti dal padre e non solo: almeno qui vale il detto “buon sangue non mente”), Jerzy Sthur si propone sin dall’inizio quale camaleontico ma a suo modo integro personaggio la cui prima, esilarante apparizione tra i monaci di un convento mette subito in subbuglio la quiete (solo apparente) dell’ambiente ecclesiastico.
La parabola esistenziale di Józef Kozioł, questo il nome del personaggio, è invero assai curiosa: ex autista di ambulanze caduto in disgrazia nella grigia epoca comunista per uno scandaletto che aveva riguardato, non a caso, importanti membri del Partito, aveva preferito rifugiarsi in un convento, senza dir niente a nessuno, nella speranza di evitare guai maggiori a se stesso e alla propria famiglia. Il casuale incontro con la ormai ex moglie e i figli lo costringerà comunque a confrontarsi con una Polonia parecchio cambiata, fuori dalle mura e dalla pace del chiostro. Non sempre in meglio. Tant’è che i suoi tentativi di riabilitarsi presso la famiglia, seppur animati dalle migliori intenzioni, avranno in principio esiti disastrosi, dando comunque il là a situazioni divertenti, grottesche, spinte talvolta all’estremo.
Come ci ricorda lo studioso Francesco Cabras, “Occorre spendere due parole sul titolo, giacché Stuhr gioca con un doppio senso: se pogoda na jutro significa “le previsioni, il tempo per domani”, in polacco si dice di una persona che ha pogodę ducha per dire che è sereno e ha un atteggiamento estremamente ottimistico nei confronti della vita. Come a inserire in chiusa di film un messaggio ottimista e – nonostante tutto – speranzoso. È un fatto che, nonostante tutte le proprie debolezze, il vero personaggio forte del film, attorno a cui tutto gira, è proprio l’apparentemente debole e “disadattato” Józef. Critica sociale impietosa, questo è certo; ma forse, più che una contrapposizione frontale tra i “valori” di Józef e quelli della contemporaneità, contrapposizione un poco filistea, credo valga la pena riflettere sulla fragilità del mondo contemporaneo e sul sistema assiologico sul quale si regge; sulla sua mancanza di forti sentimenti identitari.”
Analisi perfetta, questa, di cui un po’ impudicamente ci siamo appropriati, per rendere intanto l’idea di una commedia dalle mille sfaccettature, che con salace ironia prende di mira le trasformazioni sociali di una Polonia appesantita dal fosco retaggio comunista, è vero, ma al contempo in balia nel passaggio all’economia capitalista di una non meno evidente crisi di valori; coerentemente con questo intelligente, vivace processo di scrittura, il personaggio di Jerzy Stuhr ha poi la possibilità di incarnare tutte le contraddizioni di tale momento, enfatizzandone col suo agire avventato sia la precarietà diffusa che quel latente desiderio di risalire in superficie, di ricostruire un ordine vivibile, che suscita finanche empatia e tenerezza. Fino ad approdare alla buffa epifania che dà vita al sorprendente epilogo!
Stefano Coccia