Nonne e alieni nella campagna canadese
Nella sua versione ibrida live – on line, la 41ma edizione del Fantafestival si è presentata subito accattivante nella programmazione. I cortometraggi, visibili esclusivamente on line in blocchi distinti nell’arco delle cinque giornate della rassegna, hanno ‘aperto le danze’ con l’originale They’re Here di Sid Zanforlin (Canada, 2020), in cui trama, ambientazione e musica si fondono in un incastro perfetto sapientemente costruito e diretto dal regista canadese.
Una bambina e sua nonna paterna sono molto unite; nei vasti campi coltivati della loro fattoria rurale, dove le piante superano gli uomini in altezza, e nell’aia prospiciente la casa, insieme giocano agli alieni, chiamando in causa, in extremis, un immaginario Grande Gila guaritore che le riporti in vita. Finché la nonna non avvista qualcosa in cielo e si accascia in preda alle convulsioni. Un ictus, la diagnosi. Ma la ragazzina non è convinta. Per lei, la nonna è posseduta da un corpo alieno. Riuscirà a convincere il padre ed il resto del paese della propria verità e a liberare la nonna prigioniera nel suo corpo?
Il rapporto bambina-nonna-alieni è inconsueto ma d’impatto; il regista è riuscito, in poco più di un quarto d’ora di visione, a trasmettere sia il profondo affetto tra le due protagoniste, nonna e nipote, sia la tensione del thriller fantascientifico e dell’horror, dai campi di mais claustrofobici ai riflessi negli specchi, unitamente all’inquietudine del difficoltoso rapporto familiare creatasi dopo la morte prematura della madre della ragazzina, che insinua il dubbio nello spettatore su quale sia la realtà. Il tutto grazie anche ad una colonna sonora avvincente e perfettamente incastrata con la storia, che coinvolge lo spettatore, a tratti anche divertendolo, accompagnandolo per tutta la visione.
Michela Aloisi