La festa rovinata
Nella rosa degli undici cortometraggi selezionati e proiettati nel corso della cinque giorni della prima edizione del Castiglione del Cinema Film Festival, The Steak di Kiarash Dadgar è senza dubbio tra quelli che hanno lasciato un segno indelebile del loro passaggio nella mente e nel cuore degli spettatori presenti. E non poteva essere altrimenti per un piccolo gioiellino della produzione breve capace di impattare sia emotivamente che visivamente sul fruitore di turno per ciò che racconta e per come lo racconta.
Il regista iraniano, qui alla sua primissima esperienza dietro la macchina da presa con la quale si è già portato a casa il prestigioso AGBO Fellowship Award allo Slamdance Film Festival 2024, ci mostra i preparativi per una cerimonia di compleanno che vengono sconvolti quando accade qualcosa di orribile con il “bussare” della guerra alla porta di casa. Non si può aggiungere altro per non togliere il gusto della visione a un futuro spettatore, ma una cosa è cerca ciò che avverrà nell’arco della manciata di giri di lancette a disposizione non può lasciare indifferenti. Merito del concentrato e del fuoco incrociato di emozioni forti e cangianti al quale l’autore sottopone chi sta dall’altra parte dello schermo durante l’impattante e articolato piano sequenza di otto minuti nel quale va consumandosi la vicenda. Una vicenda che racconta con delicatezza la drammaticità e la violenza di una situazione sempre più attuale in diverse parti del mondo.
Lo fa con una narrativa semplice ed efficace, insieme a un uso immersivo di sonoro privo di dialoghi, perché al cospetto di certe immagini così cariche di significati ogni parola sarebbe superflua. Ciò rende The Steak un’opera densa e potente che accarezza il cuore per poi trafiggerlo.
Francesco Del Grosso