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The Last Warrior

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VOTO: 7.5

Mosca moderna e Russia fiabesca

Anni fa eravamo rimasti soggiogati da una grossa novità, nel panorama del cinema russo di intrattenimento: l’irruzione del fantasy, rappresentato nella circostanza dallo spettacolare e ben congegnato I guardiani della notte, tratto dal primo romanzo della fortunata esalogia di Sergej Luk’janenko e diretto da regista di origini kazake Timur Bekmambetov, che si sarebbe poi imposto anche ad Hollywood. Tra le tante peculiarità di un film come I guardiani della notte, seguito a stretto giro da un secondo capitolo decisamente più fiacco e poco incisivo al botteghino, tant’è che la saga cinematografica non ha poi conosciuto ulteriori sviluppi, vi era l’ispirata commistione di elementi riconducibili all’immaginario fantastico e di tratti specifici della Russia contemporanea, il cui stile di vita in un periodo di profonde trasformazioni sociali veniva intelligentemente trasfigurato. Ebbene, in The Last Warrior di Dmitry Dyachenko tali contrasti risultano forse persino più accentuati, dando vita a un blockbuster spigliato e di sicura presa sul pubblico, in cui retaggi tradizionali della cultura russa vengono a contatto con l’esistenza frenetica e a tratti superficiale, caotica, degli odierni moscoviti, producendo un cortocircuito dalle conseguenze imprevedibili.

Ricordate il protagonista del divertentissimo lungometraggio di Hideki Takeuchi, Thermae Romae (2012), derivato a sua volta da un assai originale manga giapponese? Lì il protagonista era un tormentato architetto della Roma antica che, facendo un bagno alle Terme, veniva risucchiato da un inspiegabile vortice spazio-temporale e piombava nei bagni attrezzatissimi del moderno Giappone.
In The Last Warrior, curiosamente, dopo l’epico prologo nella fantomatica terra di Belgorie che vede un prode guerriero scontrarsi con avversari potenti e dotati di straordinarie abilità magiche, assistiamo a un episodio analogo collocato però nella Russia di oggi: il giovane protagonista Ivan, scanzonato illusionista che con lo pseudonimo di Svetozar Mago della Luce è solito tirare avanti con trucchi da baraccone e piccole truffe, sta avventurosamente cercando di sottrarsi alla morsa dei suoi inseguitori: loschi individui al servizio di un oligarca da lui precedentemente provocato. E durante la fuga succede proprio questo, Ivan si serve dello scivolo per bambini di una accessoriata piscina della capitale russa ma invece di cadere in acqua si ritrova in quella terra leggendaria, fatata, nel bel mezzo di una lotta accanita tra due fazioni ugualmente dotate di poteri magici! E, seppur recalcitrante, il nostro (anti)eroe apparentemente così cinico ed individualista si troverà a fraternizzare con le forze del Bene, diventandone in qualche modo l’asso nella manica…

Neanche a dirlo, è proprio lo stralunato incontro tra l’edonismo imperante nella Russia di oggi e quei gloriosi retaggi tradizionali, che fanno qui riferimento agli eroici guerrieri noti come Bogatyri (evocati anche nel titolo originale del film) come anche alla popolarissima, stregonesca figura di Baba Yaga, la più interessante chiave di lettura di una produzione disneyana sui generis, che ad ogni modo beneficia anche di una progressione narrativa particolarmente stuzzicante e avvincente.
Il lungometraggio, non a caso, ha fatto la sua apparizione nel corso della XVI edizione del Ravenna Nightmare Film Fest esattamente in queste vesti, ovvero quale evento Nightmare Disney pensato per i ragazzi della città romagnola così da offrir loro, assieme a un caffè di benvenuto, la visione di quel fantasy divenuto in patria acclamatissimo caso cinematografico, nonché maggior incasso di tutti i tempi tra i film in lingua russa.
Ed è del resto una ricetta miracolosa, quella di The Last Warrior: elementi autoctoni, riconducibili alla specificità nazionale delle fiabe e delle antiche leggende russe, convivono armoniosamente con citazioni assai divertite dei classici dell’immaginario fantasy, da Il Signore degli Anelli a Harry Potter, come anche con il classico Disney touch, riscontrabile nella caratterizzazione di principi, regine e streghe cattive. Divertimento assicurato, insomma, per un film di intrattenimento che non perde un colpo dall’inizio alla fine.

Stefano Coccia

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