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The Charmer

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VOTO: 7

L’amore non basta

Dopo un pluridecorato percorso nel circuito festivaliero inaugurato lo scorso anno al Festival internazionale del cinema di San Sebastián, The Charmer è approdato sugli schermi del Bif&st 2018 nel concorso della sezione “Panorama Internazionale”. Ed è proprio in terra barese che abbiamo avuto la possibilità di recuperare un film del quale si parlava un gran bene. Ma, come avrete avuto modo di capire in questi anni, la redazione di CineClandestino ha sempre prestato poca attenzione alle voci di corridoio. In tal senso, la visione della pellicola d’esordio di Milad Alami nel corso della kermesse pugliese ci è servita a verificare se quanto di positivo giunto alle nostre orecchie si avvicinasse o no alla verità. Ora che ci siamo lasciati alle spalle la visione possiamo confermare la veridicità di certe voci e smentirne delle altre.
Che il film del cineasta iraniano, ormai di casa in Danimarca, si regga per gran parte sull’interpretazione di Ardalan Esmaili e sulla regia di Alami è quanto di più vero si possa affermare in termini analitici. Al contributo alla causa dato dal lavoro davanti e dietro la macchina da presa dipendono, infatti, quella parte di meriti dei quali gode l’operazione. L’interpretazione di alto livello di Esmaili nel ruolo del protagonista da una parte e l’approccio formale funzionale ed esteticamente pregevole di Alami dall’altra, di fatto, consentono di tamponare quelle incertezze che, al contrario, frenano le ambizioni della scrittura, sulla quale pesano una serie di forzature tanto nella one line del personaggio, quanto nell’insieme del racconto. Quest’ultime sono legate soprattutto ad una linea mistery che barcolla soprattutto in prossimità dello show down, dopo che invece si era registrato un accumulo di suspence piuttosto interessante nelle fasi preliminari. Quando tutte le carte vengono definitivamente scoperte sullo schermo e i nodi dell’intrigo venuti al pettine, il film perde quell’efficacia che, invece, aveva caratterizzato la componente del dramma umano, quella legata alla difficile integrazione degli immigrati nelle società occidentali. Lì The Charmer mostra il suo volto migliore, proponendo una visione sottile e agghiacciante, allo stesso tempo non stereotipata e non politicamente corretta, del tema in questione.
Il cineasta, con la complicità e la bravura di Esmaili, ci trascina nella quotidianità di un attraente giovane iraniano, costretto a condurre una doppia vita. La mattina lavora per una ditta di traslochi per poter inviare del denaro ai suoi familiari in Iran, mentre la notte va alla ricerca disperata di donne. Tuttavia, i suoi fini non sono economici; sta cercando una relazione duratura e stabile per assicurarsi la sua permanenza in Danimarca, in quanto è stato minacciato di espulsione. Tutto cambierà quando incontra la ventiseienne Sara, una studentessa di legge di origini iraniane, e sua madre Leila. Intanto, il passato comincia a perseguitarlo quando uno sconosciuto si avvicina a lui. Il conto alla rovescia innescato in The Charmer, che deciderà il destino del protagonista e ne segnerà in maniera indelebile l’esistenza, si trasforma così in un tessuto narrativo e drammaturgico con il quale affrontare di petto altri temi come le lacerazioni legate alle differenze culturali e l’impossibilità di amare laddove l’amore non c’è.

Francesco Del Grosso

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