Il ritorno delle tartarughe: le testuggini non passano mai di moda…
Erano i primi anni 90, quando l’ormai desueta sigla di un cartone animato che raccontava di quattro tartarughe mutanti cominciava a echeggiare nelle case degli italiani, attraverso quegli scatolotti che ci tenevano imbambolati per interi pomeriggi, all’interno di programmi contenitore per ragazzi. Poi gli anni sono passati; i programmi contenitore per ragazzi sono scomparsi, gli scatolotti si sono trasformati in sottilissimi schermi al plasma e gli stravaganti rettili, divenuti famosi in prima istanza attraverso il fumetto e poi con la relativa serie cartoon, si sono digitalizzati, attraverso le abili mani dei maestri dell’animazione in 3D.
E così nel non troppo lontano 2014 è uscito il primo film delle Tartarughe Ninja in versione 3D, dove ci siamo trovati di fronte a una April ringiovanita di una decina d’anni, interpretata dalle splendida e – udite udite! – neanche totalmente incapace Megan Fox; un poco raccomandabile Shredder impersonato da Brian Tee, e le quattro simpatiche Tartarughe interpretate da Pete Ploszek (Leonardo); Noel Fisher (Michelangelo); Jeremy Howard (Donatello) e Alan Richson (Raffaello).
A soli due anni di distanza, stesse sale, stessi occhiali 3D, ci ritroviamo di fronte a un nuovo episodio del sequel, Tartarughe Ninja – Fuori dall’ombra. La pellicola, prodotta dallo stesso Michael Bay che produsse anche quella del 2014, ma diretta stavolta da Dave Green in luogo di Jonathan Liebesman, si mostra nel complesso superiore alla precedente, poiché stavolta si è cercato di avvicinarsi di più al fumetto originale e al cartoon degli anni 90 – garantita la sensazione di piacevole déjà vu – elemento che quasi sicuramente non verrà colto da tutti, ma che sarà sicuramente apprezzato dai veri appassionati.
La trama rimane sulla falsariga dei numerosi episodi che hanno reso famosa la serie, con il temutissimo Shredder che riprende il controllo della città, a sua volta pilotato dall’alieno Krang, la bella April che indaga sui criminali coinvolti nella vicenda e le quattro imbattibili Tartarughe che interverranno per salvare tutti. Insomma un fumettone! Ma a modo suo divertente e con un occhio in più sull’aspetto psicologico dei protagonisti, che arriverà perfino a pilotare le loro scelte, soprattutto quando si troveranno di fronte alla possibilità di uscire dall’ombra (di qui il titolo) trasformandosi in esseri umani. Garantiti, dunque, divertimento, suspense e puro intrattenimento per quasi due ore, l’unico dubbio rimane proprio sul pubblico di riferimento: il film è stato creato e perfino presentato allo scorso Festival di Cannes per i bambini, ma siamo sicuri che il tipo di humor, le atmosfere piuttosto gotiche, l’eccessiva violenza, ingiustificata agli occhi di un bambino che non coglie fino in fondo la trama, possono essere apprezzate da un pubblico infantile? Se poi a questo aggiungiamo che certe chicche possono essere afferrate e apprezzate solo dai veri cultori che seguono le Tartarughe Ninja dagli albori, ovvero dalle vignette di Kevin Eastman e Peter Laird degli anni 80, la domanda trova da sola una risposta.
Costanza Ognibeni