Iddu: l’incontro esplosivo di teatro e realtà documentaristica
In concorso alla prima edizione dell’Indiecinema Film festival, Stromboli- Fino all’ultimo battito, del documentarista svizzero Hanspeter Aliesch, si presenta come una docu-fiction sul celebre vulcano, ma assume da subito i contorni di una fiaba naïf che appassiona e coinvolge, mentre interviste ad abitanti del luogo, natii o residenti per scelta, nonché a due fotoreporter svizzeri che han sfidato lava e lapilli per un servizio sulle eruzioni, ci calano nella realtà unica di questo luogo incantato.
Come su un palcoscenico, si presentano alla fine i personaggi della favola: la protagonista Maria, nelle tre fasi della vita, ed il suo amato nonno. La storia ripercorre infatti la vita di una donna, ora novantenne, nell’arco temporale che va dal 1930 ad oggi, sullo sfondo del vulcano e degli splendidi panorami della più celebre delle isole Eolie, che vide scoppiare anche la passione tra la Bergman e Rossellini durante le riprese di Stromboli – Terra di Dio. In una alchimia magica di immagini e colori tra cromatismi esagerati e sfumature seppiate, Aliesch lascia che sia Maria a raccontare la sua storia, a partire dalla storica, disastrosa, eruzione, dell’11 settembre 1930, nella quale lei, ancora bambina, perse il suo amato nonno, pescatore travolto dalla furia delle acque svegliate dal vulcano. Scomparso, ma sempre presente; il rapporto di Maria con Iddu, (“Lui”, in siciliano) lo Stromboli, non può prescindere dal risentimento verso chi ci ha mostrato il lato feroce e si è portato via chi ci è più caro. Il suo sarà un lungo viaggio di riconciliazione con la natura di questo mostro, in netta contrapposizione con l’immagine ideale, timorosa, quasi reverenziale, che di Iddu hanno gli abitanti del paese ai piedi del vulcano.
Favola e documentario si intrecciano: la storia di Maria (raccontata superbamente in italiano, anzi, in perfetta inflessione siciliana, dall’ipnotica voce dell’attrice teatrale Giuliana Lojodice) si alterna alle interviste a chi sotto il vulcano ha edificato la sua casa e la sua vita. E così la storia di Maria si intreccia ad altre storie: dal vecchio pescatore che ha espresso in poesia il suo amore per la sua terra allo scultore lavico che ha fatto della sua arte una terapia per contrastare la propria depressione; dalla professoressa in pensione che dalla Liguria ha scelto il villaggio sotto il vulcano per iniziare la sua seconda vita, iniziando a dipingere, all’estrosa pittrice ‘con i piedi’, venuta dall’Australia, che nella cornice magica di Stromboli ha trovato se stessa; dal cuoco alla guida vulcanologica; dal figlio di emigranti venuto a riscoprire le sue origini alla donna trasferitasi per amore; tutti personaggi che, per nascita o per scelta, realmente vivono sull’isola e che raccontano il loro rapporto con Stromboli e con Iddu. Dall’antitesi tra i sentimenti di Maria e quelli degli altri isolani emerge il rapporto duale tra realtà fisica del vulcano e la sua natura quasi divina agli occhi di chi vive con passione l’energia che gli trasmette; cosi Iddu è al contempo l’Anima di Stromboli ed il Mostro feroce e distruttivo che la domina.
Il film, girato tra il 2013 ed il 2019, alterna fiaba naïf ad immagini di repertorio ed attuali: l’impalpabilità seppiacea della storia di Maria si intreccia agli inserti della realizzazione del film di Rossellini, nonché a quelli del documentario Scoppio dello svizzero Daniel Holzer, entrambi proiettati su schermo nella piazza del villaggio, per arrivare alla ricostruzione visiva dell’eruzione del 2019. Per concludersi come ogni spettacolo teatrale, con la presentazione degli attori protagonisti della favola che ci ha incatenato allo schermo.
Michela Aloisi