Amore Ottocentesco
Ammonite arriva alla Festa del Cinema di Roma dopo aver visto annullare la sua presenza ai Festival di Cannes e Telluride, entrambi annullati per Covid. Il lungometraggio, scritto e diretto da Francis Lee, propone una storia d’amore ambientata nell’Inghilterra dell’Ottocento di epoca vittoriana, tratto da una storia vera. Per rivivere questa love story, Lee ha scelto di affidare i ruoli da protagonista a due attrici di grandissimo spessore. Kate Winslet, tornata sullo schermo dopo diversi anni di inattività (l’ultima presenza risale al 2017 con Woody Allen a dirigerla), interpreta la scienziata geologa e storica Mary Anning. Ad assisterla, Saoirse Ronan nei panni della giovane patrizia Charlotte Murchinson. MrsAnning conduce una vita alquanto monotona nella sua cittadina di costiera nella quale è nata e cresciuta. Vive assieme all’anziana madre Molly Anning (col volto di Gemma Jones) e tende a isolarsi dal resto del mondo, probabilmente a causa di un episodio sopraggiunto in tempi passati non specificato nella narrazione. La routine quotidiana viene interrotta dall’arrivo di un giovane aspirante scienziato (James McArdle) il quale viene accompagnato dalla giovane moglie affetta da una forte sindrome depressiva. Fattore, quest’ultimo, che porterà l’apprendista ad abbandonarla alle cure della Signora Anning la quale, controvoglia, si ritrova così ad accudirla. Inevitabilmente, nel tempo che entrambe trascorrono insieme, qualcosa cambia interiormente. Mary Anning comincia a illuminarsi nuovamente, lasciandosi indietro il buio della solitudine e dell’isolamento; Charlotte, armata inizialmente di una grande indifferenza nei confronti della madre e della figlia presso le quali si è ritrovata a vivere, tende a sposare maggiormente le loro usanze e i loro costumi riacquistando sempre di più la voglia di vivere, scomparsa a seguito di un matrimonio infelice.
Lee riesce a raccontare la storia di queste due donne utilizzando un tono molto poetico capace di conquistare, lentamente, lo spettatore. Le vicende narrate nella pellicola sono un po’ prevedibili, ma la forza del film risiede nelle capacità attoriale delle due interpreti. Se di Kate Winslet si sentiva la mancanza un motivo c’era. L’attrice Premio Oscar infatti si cala perfettamente nei panni del personaggio che interpreta riuscendo a renderla misteriosa quanto allo stesso tempo magnetica. La giovane collega irlandese non vive situazioni particolarmente complesse, ma anch’ella concede il meglio di sé dimostrando ancora una volta di essere una delle migliori attrici sul panorama mondiale a neanche trent’anni. Il climax del film lo si raggiunge quando entrambe vivono una fortissima scena passionale, erotica, nella quale danno prova di una complicità pazzesca acquisita nel corsodelle riprese. Per l’irlandese si tratta della prima volta in cui si ritrova a svolgere una scena di nudo integrale. Ci sono molte connessioni tra Ammonite e Supernova di Harry Macqueen, anch’esso presentato alla Festa del Cinema di Roma, ma persistono anche notevoli differenze che rendono quest’ultimo film un gradino sotto rispetto al concorrente al femminile. In Supernova ci ritroviamo proiettati subito nel bel mezzo della narrazione, senza dovute spiegazioni su come siano avvenuti certi fatti o come siano iniziate certe avventure. In Ammonite tutto ha più un senso, essendo sceneggiato più approfonditamente. Le due epoche in cui entrambi sono ambientati coincidono anche con un cambiamento nei costumi e nella fotografia. Ammonite usufruisce di toni più grigiastri che tendono a illuminarsi verso il finale nel momento in cui esplode la passione tra le due interpreti. Supernova invece usa solo ed esclusivamente toni caldi e luminosi sin da subito senza identificarsi nel buio interiore vissuto dai protagonisti. Questi piccoli paragoni ci consentono di constatare che Ammonite è un dramma d’amore meglio congeniato e orchestrato dell’altro, capace di garantire una visione più fruibile e comprensibile a chi sceglierà di andare a vederlo. Entrambi comunque, rimangono ottimi film sul tema dell’omosessualità che, ai giorni nostri, è un tema sempre più imprescindibile e all’ordine del giorno.
Stefano Berardo