Jane Fonda è in tv, balliamo mentre ammazzano i poveri
Se gli anni ’80 videro la crema della cinematografia indipendente statunitense in prima linea nel demolire la retorica del mito reaganiano, conclusione migliore il decennio molto difficilmente la poteva chiedere.
Un’ideale trilogia, se vogliamo: nel 1989 tre film, tre autori con sensibilità e stili diversi, trovarono nella violenza insitamente cannibale del perbenismo borghese il nemico comune da abbattere.
Così se Michael Lehmann e lo sceneggiatore Daniel Waters misero all’erta circa la cultura giovane e mass-mediatica con Schegge di follia, se Paul Bartel ridicolizzò e derise ogni singolo aspetto (pur non avvicinandosi neppure alla cattiveria del suo capolavoro, Eating Raoul) della “California bene”, così malata da non poterne uscire se non come patetica macchietta in Scene di lotta di classe a Beverly Hills, un 40enne nato nelle Filippine e fino a quel momento vergine dietro la macchina da presa, smascherò l’animale sociale per quello che è: un mostro alieno e razzista.
L’approccio alla realizzazione del suo lungometraggio d’esordio arrivò per Brian Yuzna tramite un periodo non facile. Dopo la produzione dei cult Re-Animator, From Beyond e Dolls, la collaborazione con Stuart Gordon (la conoscenza l’uno dell’altro cambiò la vita di entrambi) non era affatto arrivata alla sua conclusione, tanto che era intenzione dei due concretizzare una sceneggiatura scritta prima ancora di From Beyond e Dolls. Ma Teenie Weenies fu acquistato dalla Disney, che diede in mano la sceneggiatura ad altri, scaricò Yuzna e Gordon (comunque presenti nei credits come soggettisti) e rielaborò le loro idee in un film per famiglie: nacque così Tesoro, mi si sono ristretti i ragazzi.
Fu da quell’episodio doloroso che Yuzna decise di voler passare alla regia. Ricevette diversi copioni e uno lo colpì in particolare. Il co-autore – assieme a Woody Keith – era Rick Fry, che già mesi prima aveva mandato all’aspirante regista una sceneggiatura, intitolata Weird Museum. Originariamente Society riguardava ragazzini timorosi di essere destinati ad un cerimoniale sacrificio di sangue. A Yuzna non piacque il finale, ma fu fortemente attratto dall’aspetto paranoico suggerito da Fry e Keith. In contemporanea un film che Yuzna avrebbe dovuto produrre, riguardante una donna che scopre che tutti gli uomini sono alieni, fu cancellato e questo permise a Yuzna sia di concentrare tutte le energie per il suo debutto registico, sia di fondere aspetti di entrambi i film, tenendo la sceneggiatura di Keith e Fry come base.
Come prima cosa il regista decise di accentuare notevolmente il substrato politico, satirico del film, e di includere la sequenza per cui tuttora Society è maggiormente ricordato: l’orgia cannibale finale. Fan dei body horror di Cronenberg, Yuzna suggerì ai sceneggiatori di dare un taglio che spingesse verso quella direzione, anziché sul gore, e quando i produttori giapponesi Keizo Kabata e Terry Ogisu entrarono a far parte del progetto, diedero il consiglio che si sarebbe poi rivelato vincente e fondamentale: Screaming Mad George (al secolo Joji Tani) era già un nome noto nell’industria cinematografica, i suoi videoclip prima e la sua partecipazione per make up ed effetti speciali in film come Grosso guaio a Chinatown, Predator, Nightmare 3 – I guerrieri del sogno e Nightmare 4 – Il non risveglio (celeberrima in quest’ultimo la morte di Debbie) poi, l’avevano reso uno dei giovani più interessanti del settore. Kabata e Ogisu mostrarono alcuni dei lavori di George a Yuzna, che capì all’istante di aver trovato l’artista che cercava per il suo film. Nello staff tecnico a cui fu messo a capo George c’era tra gli altri Dave Grasso, che avrebbe lavorato negli anni immediatamente successivi a film come Edward mani di forbice, Mimic 2, Terminator 2, Batman il ritorno, Jurassic Park, Il mondo perduto, Intervista col vampiro.
George e Yuzna trovarono un comune punto di partenza nell’influenza visiva di Salvador Dalì, nel voler realizzare l’orgia come ensemble dei celeberrimi corpi colanti della star del surrealismo pittorico, un magma erotomane e annichilente di identità spersonalizzate in un unico corpo dedito all’edonismo distruttivo che sa nutrirsi solo di se stesso. Un problema emerse però nella realizzazione. Conscio che sarebbe stata la sequenza più difficile dell’intero film, Yuzna pensò di girare l’orgia alla fine, non calcolando però che a fine produzione il budget iniziale di 2 milioni di dollari sarebbe arrivato agli sgoccioli, come infatti avvenne. Così, per pagare la realizzazione visiva creata da George e il suo staff, Yuzna dovette implorare gli attori – buona parte dei quali proveniente dalla televisione: il protagonista Billy Warlock, ad esempio, aveva raggiunto la fama con la soap opera Capitol e viene ricordato tutt’oggi come Eddie di Baywatch, Patrice Jennings era apparsa in un episodio di Genitori in blue jeans, mentre Devin DeVasquez, ora moglie di Ronn Moss, era all’epoca fidanzata di Sylvester Stallone e conosciuta soprattutto per aver posato per Playboy qualche anno prima – di girare quell’ultima sequenza gratis.
Sequenza che a distanza di un quarto di secolo non ha perso potenza, a fianco delle grandi deformazioni e distruzioni corporali del body horror 80s, a fianco di Cronenberg, Henenlotter e gli altri grandi psicotici della carne (il 1989 è anche l’anno di Tetsuo). Una rivisitazione del tutto personale di uno dei topoi per eccellenza dell’horror, l’haunted house, che ancora confonde sul confine tra sogno paranoico e realtà della narrazione (tra le influenze confessate di Yuzna, Stati di allucinazione di Russell).
Fiore all’occhiello del magnifico cofanetto Arrow (ma presente solo nell’edizione limitata di 3000 copie) la ristampa di Society: Party Animal, sequel a fumetti che riprende le vicende dopo 10 anni, con Billy, nel frattempo precipitato nella gerarchia sociale e sempre più maniacalmente intento a denunciare l’autentica identità dell’upper class professando la verità su siti pirata (comportamento che ha allontanato l’amico del cuore Milo e la bella Clarissa), che torna nel suo vecchio mondo, scoprendo un’altra tremenda verità sull’esclusiva cerchia dei “vincitori”.
Riccardo Nuziale
Nota – il titolo dell’articolo è una libera citazione da Kill the poor, classico del gruppo hardcore punk Dead Kennedys: “Jane Fonda on the screen today/convinced the liberals it’s okay/so let’s get dressed and dance away the night/while they kill kill kill kill kill the poor tonight”.
SPECIFICHE DELL’EDIZIONE ARROW VIDEO
– Nuova versione restaurata approvata dal regista Brian Yuzna
– Blu ray e DVD del film
– Audio originale inglese stereo 2.0 (PCM nel blu ray)
– Sottotitoli inglesi opzionabili (solo per il film, non disponibili per i contenuti extra)
– Nuovo commento audio di Yuzna
– Governor of Society – una nuova intervista con Yuzna
– The Masters of the Hunt – nuove interviste con Billy Warlock, Devin DeVasquez, Ben Meyerson e Tim Bartell
– The Champion of the Shunt – nuove interviste con Screaming Mad George, David Grasso e Nick Benson
– Q&A del 2014 con Yuzna, registrato al Celluloid Screams Festival
– Conversazione con Yuzna alla premiere mondiale di Society
– Persecution Mania – video musicale di Screaming Mad George
– Confezione digipak in edizione limitata realizzata per l’occasione da Nick Percival
– Libretto con saggio del critico Alan Jones e immagini del film e delle locandine
– Society: Party Animal (esclusiva dell’edizione limitata) – ufficiale sequel a fumetti di Society, ripresentato integralmente