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Show Dancer

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VOTO: 5.5

A Time for Dancing

Alcuni di voi forse ne avranno sentito parlare o lo avranno persino visto esibirsi da qualche parte, mentre per noi era e resterà un perfetto sconosciuto del quale si può non avere memoria anche adesso che un documentario ne racconta la travagliata esistenza. Lui è Lasse Eckstrøm Jensen, un ballerino danese che con il nome d’arte di Laze quindici anni or sono aveva raggiunto la fama grazie al singolo “Steppin Out”. Da allora la sua vita è stata uno schizofrenico giro sulle montagne russe fatto di danza, droga, alcol e pene detentive. Insomma, uno dei tanti artisti finiti nel dimenticatoio, schiavo dei vizi, degli eccessi e delle paure, incapace di sopportare il peso della celebrità che ha finito con lo schiacciarlo psicologicamente. Ora che ha superato la quarantina sembra intenzionato a risalire la corrente e a rimettersi in gioco dopo aver raschiato il fondo del barile, toccando il punto più basso come uomo e come artistica. Per farlo vuole tagliare definitivamente i legami con il passato di una vita caotica, dove il sogno di una carriera, una fidanzata e una famiglia viene soffocato dagli abusi di sostanza, dalle minacce di morte e dalla caccia all’intensità. Prima però dovrà scontare nuovamente un periodo di detenzione in una struttura penitenziaria, dove avrà la possibilità di disintossicarsi e rimettersi in sesto. Sarà l’ultima volta? Staremo a vedere.
A raccontare questo tentativo di rinascita ci ha pensato il regista Laurits Flensted-Jensen con Show Dancer, presentato in anteprima italiana nella sezione “Visti da Vicino” della 39esima edizione del Bergamo Film Meeting. L’autore ha preso a cuore la vicenda del connazionale e l’ha seguita passo dopo passo nel prima, nel mentre e nel dopo detenzione. La cinepresa ha filmato il filmabile, anche i momenti più duri che vedono il protagonista nel pieno dei trip, tra pasticche e tiri di coca nel salotto di casa. Non epura nulla, al contrario ce lo mostra senza censure al fine di restituire con onestà intellettuale e verità sino a dove Lasse si è spinto nel suo percorso di autodistruzione. Nulla di sconvolgente allo sguardo, perché sull’argomento in passato e recentemente abbiamo visto di più e di peggio. Per cui non c’è da aspettarsi nulla di sconvolgente o di forte in tal senso, perché il documentario e il suo autore decidono di concentrarsi sul percorso di riscatto. Così dopo aver mostrato il buio che ha inghiottito l’uomo prima e l’artista poi, il focus della narrazione si sposta con decisione sull’uscita dal tunnel e il ritorno sulle scene, su quel palcoscenico che rappresenta la sua grande passione e forse l’ultima occasione a disposizione.
A Jensen dunque sembra interessare in primis la reazione dell’essere umano che prova a rimettere insieme i pezzi. Motivo per cui gran parte della timeline è occupata dagli highlights chiave della ricostruzione dalle macerie: dal periodo di disintossicazione con gli incontri di parenti, psicologi e tutor, sino al ritorno a casa e sulle scene. Prende così forma una sorta di video-diario che raccoglie le fasi salienti di questo ritorno alla vita e alla danza. La cinepresa scrive le pagine di questo diario avvalendosi di un pedinamento nel quotidiano di Lasse, che non ha bisogno di interviste ma solo di osservazione. Nonostante le buone intenzioni e qualche passaggio emotivamente coinvolgente, quello che viene fuori è una biografia che non va oltre il classico racconto di redenzione, di quelli ai quali siamo abituati ad assistere ogni volta che la macchina da presa decide di puntare l’obiettivo verso un artista maledetto o quantomeno tormentato.
Show Dancer resta ancorato a quel punto di vista senza cercarne altri, di conseguenza ciò che resta a conti fatti è la curiosità più o meno forte nei confronti della figura e del destino del soggetto raffigurato. Il ché è e resterà soggettivo. Per quanto ci riguarda non è sufficiente ad alimentare l’interesse per l’uomo e il ballerino, che anche al termine della visione del documentario tornerà ad essere un perfetto sconosciuto.

Francesco Del Grosso

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