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Sharp Objects

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VOTO: 8

Sulla pelle…

Il 2018 appena passato, oltre a lasciarci una serie di capolavori a livello di cinema, è stato un periodo nel quale anche le serie televisive hanno avuto il loro momento di gloria. Citando le serie nostrane quali L’amica geniale e Il Miracolo, che hanno appassionato il pubblico sia italiano che internazionale, l’anno appena trascorso è stato anche quello di Sharp Objects, uno dei tanti titoli azzeccatissimi di HBO.
Sharp Objects è una serie a singola stagione autoconclusiva derivata dall’omonimo romanzo scritto da Gillian Flynn (che ha anche prodotto la serie), acquistata e commissionata dal canale via cavo americano e mandata in onda durante l’estate dopo la seconda stagione di Westworld. Il romanzo è stato edito in Italia da Edizioni Piemme ed è uscito nel 2006 riscuotendo anche il placet della critica letteraria internazionale. La serie è composta da otto puntate tutte dirette dal regista canadese Jean-Marc Vallée ed è interpretata da una stratosferica Amy Adams forse nella sua performance migliore da quando ha iniziato a recitare nonostante numerosi ottimi lavori nel suo curriculum. Per chi non avesse visto la serie, o letto il romanzo, Camille Preaker (Amy Adams) è una giornalista di cronaca nera che vive una vita sregolata – la donna affoga i suoi problemi nell’alcool e pratica sul suo corpo l’autolesionismo – che sarà costretta a tornare nella sua città natale Wind Gap inviata dal suo caporedattore a cercare informazioni sull’omicidio di una giovane ragazzina del posto coetanea di sua sorella. Il ritorno nella sua terra natia però si rivelerà più difficile del previsto e Camille dovrà affrontare fantasmi e demoni del passato che torneranno a tormentare la sua vita nuovamente.
Il personaggio di Camille, magistralmente recitata da Amy Adams, sin da subito ci appare buio e misterioso. Già dai vestiti che indossa continuamente la donna nella serie, ci si può fare una perfetta idea sul tipo di persona; e analizzando anche la sua storia passata che, episodio dopo episodio, verrà raccontata e ricordata dalla donna, sarà svelato il motivo che l’ha portata ad abbandonare la città. Per questo personaggio, Amy Adams è stata portata al limite della presentabilità. Durante tutto l’arco delle riprese infatti, l’attrice nata a Vicenza in Italia, ha più volte dichiarato di non essere mai passato al trucco (cosa molto evidente sullo schermo) e di aver indossato per gran parte del tempo gli stessi abiti indossati dalla Preaker per immergersi ancora di più nel suo personaggio. Un lavoro che ha portato l’attrice americana ai suoi limiti anche psicologici, con alcune scene di nudo nei quali la Adams appare (anche se quasi mai integralmente) senza veli. La serie è stata sfiancante per l’attrice tanto che, al termine delle riprese, si è espressa affermando che forse non avrebbe più partecipato ad altre serie televisive a causa del grande impegno profuso.
Abbiamo parlato del personaggio di Camille Preaker, che è la colonna portante della serie, ma per addentrarci più nella trama, bisogna dire che gran parte dei personaggi costruiti sono alquanto inquietanti e hanno un alone di oscurità e mistero che li circonda. Una dote che nasce direttamente dalla penna della Flynn, sempre abile a dare ai suoi personaggi quest’aria misteriosa che fatica sempre a venir fuori ma che, pagina dopo pagina, alla fine si rivela e non sempre è quello che sembrava in principio. In Sharp Objects ogni personaggio nasconde qualcosa e sarà proprio Camille a dover tentare di capire chi nasconde cosa, cercando di smascherare l’ipocrisia di alcuni abitanti della città mettendoli a nudo di fronte alle loro responsabilità e ai loro obblighi morali. La serie ha una fortissima tonalità da dark thriller poliziesco, perché alla fine si tratta comunque di risolvere un caso di omicidio. L’atmosfera inquietante della cittadina fittizia descritta dalla scrittrice di Kansas City, viene riportata il più fedelmente possibile sullo schermo con le riprese che si sono alternate in varie zone di diverse città americane come Los Angeles, Redwood Valley, Santa Clarita, Mendocino.
I personaggi che rendono questa serie molto particolare sono quelli che fanno parte della famiglia di Camille. La madre Adora Crellin – interpretata da Patricia Clarkson – che ha sempre respinto la figlia in ogni modo possibile, è un personaggio costruito con molte sfaccettature funzionanti che la rendono particolarmente credibile nel suo ruolo. Anche le giovani leve chiamate alle armi per la serie vengono rese in maniera perfetta sullo schermo. La sorellina minore di Camille, Amma Preaker – interpretata dalla giovanissima Eliza Scanlen – è un altro di quei personaggi da tener d’occhio per via della sua instabilità emotiva, simile per questo sia alla madre sia alla sorella maggiore. Una serie thriller che alimenterà la curiosità di chi la guarderà e che cercherà, come Camille nel corso degli episodi, di farsi un quadro più chiaro della situazione in atto nella serie. Non mancheranno colpi di scena che renderanno la visione ancora più apprezzabile e anche un po’ morbosa. Ma forse è proprio questo che la Flynn si aspettava quando intendeva portare la serie sullo schermo. Non anticipiamo altro se non che la serie deve, e va sottolineato che deve, esser vista fino ai secondi finali, nei quali si nasconde il miglior colpo di scena di tutto il 2018.
Siamo sicuri che Sharp Objects stupirà chi la guarderà e siamo anche sicuri che Gillian Flynn non smetterà di scrivere altri romanzi che, speriamo, diventeranno altro ottimo materiale videoludico. L’amore bugiardo – Gone Girl del resto ne è un’altra chiara testimonianza.

Stefano Berardo

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