L’Arte è Vita
Brillante autore per la televisione e valido sceneggiatore, Claudio Sestieri si è rivelato, nel corso degli anni, anche un eclettico cineasta, operante principalmente nei circuiti underground. Tra i fili conduttori del suo cinema, troviamo l’amore per l’Arte, per il Bello, per la Vita. E, non per ultime, la Solitudine e la Morte. Così è stato per le sue precedenti opere, così è anche per Seguimi, il suo ultimo lavoro, il quale ha già riscosso parecchio successo nell’ambito di festival italiani e internazionali.
La storia qui messa in scena è quella di Marta, una tuffatrice infortunatasi durante una gara, che soffre molto a causa del forzato allontanamento dallo sport. In seguito alla morte del padre (un tempo pittore di successo), la donna si recherà in un piccolo borgo medievale, città di origine dei suoi genitori, dove farà la conoscenza di Sebastian – anch’egli artista d’avanguardia – e resterà folgorata dai suoi quadri, aventi tutti per soggetto un’affascinante modella giapponese. Un giorno, improvvisamente, la suddetta modella comparirà in casa di Marta e tra le due si instaurerà fin da subito un fortissimo legame.
Ciò che di un lavoro come Seguimi immediatamente colpisce, è la straordinaria cura per l’immagine, la luce adoperata e l’approfondito studio sui personaggi e sui loro corpi, con tanto di macchina da presa che si fa sì vicina a ciò che vuole riprendere, ma, allo stesso tempo, sta a guardare lo spettacolo che le si para davanti senza mai essere troppo invasiva. Ed ecco che, fin da subito, sia grazie all’attento lavoro di regia, che alla luce, le figure stanno quasi a ricordare i quadri di Tamara de Lempicka, ora morbide, ora spigolose, ma con una luce dai tagli netti che sta a conferire al tutto un carattere inconfondibile.
Sono ridotti all’osso i dialoghi, in questa opera di Sestieri. La parola – come, d’altronde, tradizione cinematografica vuole – viene lasciata quasi esclusivamente alle immagini e, per quanto riguarda gli stessi personaggi, del loro passato il regista ci racconta esclusivamente l’essenziale, senza soffermarsi troppo sulla loro psicologia, ma, allo stesso tempo, riuscendo a caratterizzarli quasi a 360°.
Tutti questi elementi, trattati con così tanta cura, convergono in una sorta di thriller psicologico, dove non mancano interessanti colpi di coda finali, con tanto di riferimenti alla letteratura, alla pittura (impossibile dimenticare la protagonista raffigurata come l’Ophelia di John Everett Millais) e anche al cinema e, nello specifico, al cinema di David Lynch (a chiunque verrà in mente, guardando questa opera di Sestieri, l’ottimo – e ormai cult – Mulholland Drive, del 2001). Tanti riferimenti, quello sì. Eppure, con tutta la grazia e le venature erotiche che lo caratterizzano, Seguimi ha comunque un proprio carattere e una propria identità, quale apologia dell’Arte e della Bellezza, le quali, a loro volta, danno linfa vitale agli stessi esseri umani. Concetto, questo, che, come già scritto, è il vero leit motiv di tutta la filmografia del regista e che, ogni volta, viene reinventato e riscritto in modo da dar sempre vita a qualcosa di nuovo e bellissimo.
Marina Pavido