L’eterno gioco dell’Amore
In concorso alla 24ma edizione del FEFF, il sudcoreano Perhaps Love di Cho Eun-ji – brava attrice (Tears, The Concubine, Sunshine Love) passata dietro la macchina da presa – è una frizzante commedia sull’Amore ed i suoi complessi risvolti ed intrecci. Che succede se l’amore non finisce con il divorzio? Se una giovane donna vive un’ambigua amicizia con l’adolescente figlio dei vicini? Se un ragazzo gay si innamora di un etero?
Il protagonista Hyun è uno scrittore famoso in crisi creativa da ormai 7 anni la cui vita personale è quantomeno instabile: nonostante si sia risposato ed abbia una bimba con la seconda moglie, non riesce a staccarsi dalla prima, e a risentirne è anche il loro figlio ormai adolescente, a sua volta coinvolto in una strana amicizia con la vicina di casa. La prima moglie Mi-ae, dal canto suo, ha trovato un nuovo compagno nell’editore e miglior amico di Hyun, il meticoloso ed affidabile Soon-mo, mantenendo però saldo il legame (non esattamente ‘amichevole’) con l’ex marito. ‘È come riscuotere degli interessi dal matrimonio’, si giustificherà Hyun; ma è la brace che arde sotto la cenere: occorre spegnerla del tutto oppure riaccendere il fuoco con decisione, per andare avanti. In questo ‘gioco a 4’ tra coppie vecchie e nuove, si inserisce un elemento imprevisto: Yu-jin, giovane scrittore di talento gay che si innamora di Hyuan. Tra gags ed imbarazzi, il plot si ingarbuglia e si srotola con levità, riuscendo nell’intento di far riflettere ridendo, grazie anche all’espressività dei bravissimi interpreti, da Ryu Seung-ryong (Hyun) a Oh Na-ra (Mi-ae), da Kim Hee-won (Soon-mo) ai giovani Mu Jin-seong (Yu-jin) e Sung Yu-bin (il figlio di Hyun).
Perhaps Love ha il grandissimo pregio di raccontare, con una storia che tocca tutti i toni della commedia ed una regia accattivante, la confusione e le sofferenze che l’Amore porta spesso con sé; se la trama iperbolica porta infatti comicità e risate assicurati, i sentimenti dei protagonisti, tutti tasselli di un incastro più grande, emergono con chiarezza e profondità, mostrando con delicatezza la difficoltà dei protagonisti nel districarsi nell’intricato labirinto dei desideri del proprio cuore. Ma, punto cruciale, i protagonisti del film rappresentano con ironia quella che è la realtà attuale: l’Amore, infatti, oggi è spesso un ginepraio di sentimenti nascosti, inespressi, solo raramente vissuti e non sempre nella sua interezza. Se il mondo corre veloce, a farne le spese è proprio la profondità dei rapporti; e così leggerezza e superficialità vengono confuse e sovrapposte, dando forza alla fragilità dei sentimenti. E allora viene da sé ricordare le parole di Italo Calvino: “Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.”
Michela Aloisi