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Oltre il giardino

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VOTO: 8.5

L’ospite misterioso

Lungi da noi l’intenzione di abbandonarci a peana nostalgici sul tipo “com’era bello il cinema di una volta”. Pare però un’opinione dalle caratteristiche inoppugnabili ritenere che nessuna opera contemporanea riesca a mescolare con altrettanta armonia pura poesia e ficcante satira socio-politica come accadeva in Oltre il giardino (Being There), lungometraggio diretto da Hal Ashby nell’ormai remoto 1979. Occasione imperdibile per tornare a riflettere su questo classico seminale incentrato sulla situazione che vede l’uomo in apparenza “sbagliato” (per mancanza di risorse intellettuali) riuscire ad imporsi in ambienti che non dovrebbero appartenergli (ad esempio le alte sfere del Potere), è data dalla riedizione home video in blu ray da parte della Warner Bros. Italia certamente da elogiare per il recupero di un film datato solo nelle premesse ma in realtà tremendamente vivo e attuale.
Chance – interpretato da un monumentale Peter Sellers, qui al vero e proprio film testamento della carriera, prima della prematura dipartita a soli cinquantacinque anni di età l’anno seguente la lavorazione – è un uomo di mezza età cresciuto da una sorta di filantropo (?) nella clandestinità di una vecchia casa di Washington. Quando l’anziano muore Chance è costretto a lasciare per la prima volta l’abitazione, dove si occupava del giardino interno, per affacciarsi nel mondo vero, ben differente da quello televisivo e ovattato da lui fruito negli ultimi decenni. Una serie di bizzarre circostanze lo condurranno a casa del ricchissimo uomo d’affari Benjamin Rand (un commovente Melvyn Douglas, antica stella hollywoodiana) e soprattutto dalla sua più giovane moglie Eve, cui dà il volto una splendida Shirley MacLaine.
Scritto con perfezione cronometrica da Jerzy Kosinski – e tratto da un suo romanzo – nonché messo in scena con invidiabile ritmo cinematografico dall’umanista Hal Ashby, il quale non a caso proviene dal montaggio, Oltre il giardino ha la struttura possente ma tutt’altro che pesante dell’apologo morale di spessore. Pencolante tra generi differenti come solo nel secolo scorso si riusciva a fare, Ashby – di cui ricordiamo almeno il fondamentale film-manifesto L’ultima corvè (1973) – realizza al contempo l’indimenticabile ritratto umano di un “candido” scambiato dall’establishment per un grande esperto di economia grazie all’uso insistito della metafora agricola e una nemmeno troppo velata critica ad un sistema di potere talmente vulnerabile da aprirsi alla presunta saggezza dell’ignoranza più estrema. Dramma e situazioni paradossali si fondono allora, in Oltre il giardino. senza soluzione di continuità, usando Chance il giardiniere – notare come la mansione diventa il cognome del protagonista, nel corso del film, quasi si trattasse di un messaggio “comunista” sotteso – per far affiorare tutte le contraddizioni di un’alta borghesia lobbistica troppo impegnata a rimirarsi l’ombelico per occuparsi in modo utile della cosiddetta cosa pubblica. Il tutto però restando ampiamente tra le righe di una narrazione di ammirevole sobrietà, tesa a lasciar decantare il messaggio, compreso quello all’epoca futuribile sui pericoli della dipendenza assoluta dai media, negli occhi di chi guarda nel nome di quella positiva ambiguità che ha fatto la fortuna di certo cinema di quegli anni. Ed è nel meraviglioso epilogo chapliniano dal sapor messianico, intriso di magica poesia, che Oltre il giardino funge da turning point tra vecchio e nuovo cinema: il Robert Zemeckis del premiatissimo Forrest Gump (1994) sentitamente ringrazia. Esattamente come dovrebbero fare i nuovi cinefili di fronte ad un’opera come Oltre il giardino, proposta dalla Warner in un’edizione tecnicamente mirabile nonostante l’assenza di contributi extra che forse avrebbero aiutato nella collocazione temporale di siffatto oggetto di culto. Pazienza: in questo caso è sufficiente l’integrità assoluta del film stesso.

Daniele De Angelis

Oltre il giardino
Regia: Hal Ashby
USA, Germania Ovest 1973  Durata: 130′
Cast: Peter Sellers, Shirley MacLaine, Melvyn Douglas
Lingue: DTS HD Italiano Dual Mono, Inglese Dual Mono
Sottotitoli: Italiano per non udenti, Inglese
Formato: 1080p High Definition 1.78:1 Full Frame
Extra: assenti
Distribuzione: Warner Bros. Italia

 

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