Cinema come illusione
Tra i nuovi brand che il cinema maistream americano ha introdotto sul mercato in questi anni, non è certo il più considerato, almeno in Italia, ma la sufficienza con cui si guarda talvolta al prodotto in questione manca totalmente di generosità. Perché non avrà in sé nulla di rivoluzionario, ma in quanto a humour, stile, eleganza, la serie inaugurata da Louis Leterrier con Now You See Me – I maghi del crimine ha un passo d’altri tempi. Paragonabile forse, anche se in tono minore e con scelte di casting non altrettanto seducenti, alla mirabile operazione compiuta da Steven Soderbergh nel dar vita alla saga di Ocean’s Eleven, questa avventura cinematografica giunta ora al secondo capitolo mescola con un certo gusto atmosfere da giallo rosa anni ’60, effettistica molto contemporanea, momenti di suspance e un non disprezzabile senso del ritmo, per ciò che concerne la narrazione.
Co-prodotto non a caso da David Copperfield (l’illusionista per eccellenza) e passato registicamente nelle mani di Jon M. Chu, questo Now You See Me 2 riprende le gesta dei Cavalieri, prestigiatori, ipnotisti e appassionati di magia votati a usare il proprio talento a fin di bene, attraverso una struttura narrativa che concede ben poco alla lunga pausa durante la quale si erano ritirati dalle scene e che li proietta quasi da subito in nuovi misteri, nuovi colpi studiati meticolosamente, nuove minacce portate da vecchi nemici e da altri appena rivelatisi.
Ecco, il limite principale di tale sequel potrebbe essere questo, il passare troppo a volo d’uccello sulle motivazioni e sul carattere dei personaggi principali. Per quanto anche il cast offra qualche lieta sorpresa. Ad esempio l’inserimento nel quartetto di maghi, in sostituzione della precedente eroina esperta di fughe Henley Reeves a.k.a. Isla Fisher, di una new entry molto in parte: la spigliata e simpatica Lizzy Caplan nei panni di Lula. Senza contare che lo sdoppiarsi del mentalista Woody Harrelson in due personaggi, grazie all’apparizione di un fratello gemello complessato, buffo e capellone, risulta oggettivamente molto divertente.
Senza addentrarci nei meandri di un plot labirintico che va gustato passo dopo passo, ci è parso evidentemente che quanto Now You See Me 2 ha perso come novità assoluta o in merito all’approfondimento dei personaggi, lo ha conservato (se non addirittura migliorato) dal punto di vista dell’impatto visivo e della fluidità del montaggio. La regia così dinamica di Jon M.Chu sballotta i Quattro Cavalieri della magia in modo tale che, agli occhi degli spettatori, possa sembrare plausibile che costoro entrino in un tunnel negli Stati Uniti e sbuchino dall’altra parte a Macao. Questo volendo è il senso più sofisticato dell’operazione: coltivare il montaggio (assieme alla computer grafica) quale strumento che rende palpabile la natura illusoria del cinematografo, il suo annullare le distanze spaziali, il suo alterare la “consecutio temporum” delle azioni. Fino a trasformarsi esso stesso, per certi versi, in un numero da prestigiatori.
Stefano Coccia