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L’acquario

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VOTO: 7,5

Consigli amorosi

Tra gli short presentati in anteprima mondiale alla 19esima edizione di Cortinametraggio quello che ha maggiormente sorpreso il pubblico e gli addetti ai lavori presenti è L’acquario, la nuova fatica sulla breve distanza di Gianluca Zonta, che proprio nel concorso della kermesse veneta all’ombra delle Dolomiti ha iniziato il suo percorso festivaliero.
Il cortometraggio scritto a quattro mani dal regista bolognese con Alessandro Salentino è una commedia romantica che racconta le derive di un utilizzo smodato dell’intelligenza artificiale. Lo fa seguendo le disavventure sentimentali di Vincenzo che al suo primo appuntamento con una donna di nome Sara decide di chiedere aiuto a CHAT-AIT, un’applicazione basata sull’AI che gli suggerisce le cose da dire. Tra i due nasce una storia d’amore e decidono quindi di organizzare un appuntamento al buio per i rispettivi migliori amici, Marco e Alice, consigliando ad entrambi di usare l’app. Come andrà a finire lo lasciamo alla visione, ma una cosa è certa: gli imprevisti e i colpi di scena non mancheranno. Nei 14 minuti titoli di coda compresi (vi consigliamo caldamente di non abbandonare la fruizione prima dell’ultimo fotogramma) i protagonisti si troveranno coinvolti, loro malgrado e per nostra fortuna, in uno spassoso valzer di situazioni paradossali e di tragicomici eventi davvero irresistibili che regaleranno alla platea di turno una buona e abbondante dose di divertimento.
L’acquario infatti è un dispensatore generoso di sorrisi e risate che nascono da uno humour intelligente e mai volgare, figlio di una scrittura caratterizzata da battute al vetriolo e tempi comici pressoché perfetti. Con e attraverso di essi prende forma e sostanza sullo schermo un racconto corale davvero esilarante che non necessità di doppi sensi e del politicamente scorretto per assolvere al proprio compito, quello di divertire e intrattenere il destinatario con un’ironia genuina, semplice, ma mai banale e scontata. Un’arma di divertimento di massa quella in dotazione a Zonta che permette a lui e alla sua opera di riflettere senza futili elucubrazioni tanto sull’amore quanto sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale. Due piccioni con una fava come si suol dire.
A completare la gustosissima e godibilissima ricetta ci pensa il regista con una messa in quadro e una confezione molto curata, a cominciare dalla fotografia di Mirco Sgarzi (vedi le scene ambientate nel ristorante), alle quali si va ad aggiungere la direzione di un quartetto di interpreti molto efficace e ben assortito composto da Giovanni Anzaldo, Jacopo Costantini, Anna Pancaldi e Barbara Venturato. L’ensemble crea un simpatico e brillante gioco delle coppie che rappresenta uno dei punti di forza del cortometraggio.

Francesco Del Grosso

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