…chi ha paura della mamma cattiva?
Una commedia o un film dell’orrore? A nostro avviso, She Came at Night (in ceco Přišla v noci) di Tomáš Pavlíček e Jan Vejnar, il film della Repubblica Ceca in concorso alla 42ma edizione del Bergamo Film Meeting, rappresenta un vero e proprio incubo che diventa realtà. Già il titolo, in italiano Arrivò di notte, richiama alla mente classici dell’horror; ma la persona che arriva è in realtà la madre di uno dei due protagonisti, che diventa essa stessa protagonista indiscussa di una vera e propria “invasione domestica”. Valeriè è la suocera per antonomasia, che solo a nominarla fa paura. Il suo arrivo imprevisto (e poco gradito) a poco a poco devasterà letteralmente la tranquilla vita di suo figlio Jirka e della sua compagna Aneta, facendo sprofondare i due, girone dopo girone, fino al punto più profondo dell’Inferno dantesco.
Un incipit da black comedy lascia via via il posto al thriller, mentre la commedia diventa a tratti angosciante, in una altalena di emozioni che conquistano lo spettatore, tenendolo sulle spine fino all’ultimo frame. Valeriè è una mamma assente, che ha abbandonato marito e figlio per fare la sua vita; abbandonata a sua volta dall’attuale compagno, piomba nella vecchia casa familiare, ora ereditata dal figlio, prendendone possesso un poco alla volta. Una invasione domestica a tutti gli effetti; Valerie invade infatti la privacy della coppia in modo dapprima subdolo poi sempre più acclarato, ed i rapporti filiali rendono difficile a Jirka arginarla. Il ricordo di un affetto e della famiglia che fu, i sensi di colpa nell’abbandonare a se stessa la propria madre, l’esuberanza e la prepotenza della stessa Valerie (che porta in casa finanche il suo amante ed altri strani personaggi) prendono piede sempre più, spingendo infine Aneta (e a seguire lo stesso Jirka) ad andar via, pur di ritrovare la propria intimità e tranquillità. Ma come in ogni film horror che si rispetti, la maledizione non viene spezzata così facilmente… e liberarsi di Valeriè sarà altrettanto arduo.
Il personaggio della suocera è interpretato dalla eccezionale Simona Peková, attrice di teatro capace di rendere appieno le diverse sfaccettature di un personaggio a tratti divertente, assolutamente irresistibile quando cita il suo amore per i registi italiani storpiandone il nome, da Fellini a Zavattini a “Viscontini”, in una sorta di richiamo intrinseco alla “commedia all’italiana” (presente anche nel motivo dei titoli di coda), allo stesso tempo subdolo e prepotente, simbolo al contempo della madre infernale (quasi una Mater Lacrimarum in veste moderna e atteggiamento da diva) e della tipica suocera, universalmente invisa da generi e nuore. Altrettanto bravi nel ruolo di Jirka e Aneta, Jiří Rendl e Annette Nesvadbová rappresentano la altrettanto tipica coppia di giovani trentenni, presa più dal lavoro che dal desiderio di metter su famiglia, tutto sommato ordinaria e stabile nel proprio tranquillo tran tran, che la prolungata permanenza di Valerie mette completamente a soqquadro. Un rapporto a tre squilibrato e caotico, ma alla fine la mamma è sempre la mamma… oppure no? Tra guizzi di genialità e spunti esilaranti, She Came at Night ha un ritmo incalzante ed imprevedibile; ambientato principalmente in casa, non mancano scene nella natura che godono maggiormente di un’ottima fotografia, mentre la colonna sonora scandisce perfettamente i vari cambi di registro della storia, amalgamandosi finanche con gli stati d’animo dei protagonisti. Nell’occupazione casalinga da parte di Valerie e del suo amante, non manca un velato riferimento ad un anacronistico passato comunista verso il presente capitalista, con la proprietà privata che viene – di fatto – espropriata dai nuovi occupanti e diventa proprietà comune. Ma lo stile è decisamente quello della black comedy con atmosfere che virano verso l’horror senza potersi dire tale; un prodotto comunque originale ed attuale, con una regia divertita e divertente che mescola i generi e soprattutto sa come farlo senza sbavature.
Michela Aloisi