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La voix des autres

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VOTO: 8

Una di loro

Per il suo terzo cortometraggio dal titolo La voix des autres, Fatima Kaci non poteva desiderare debutto migliore. La vittoria del Premio Lights On Women nella sezione “Cinéfondation”, quella che il Festival di Cannes dedica alle opere provenienti dalle scuole di cinema di tutto il mondo, oltre al prestigio, ha dato il via a un altrettanto fortunato percorso festivaliero che nei mesi successivi ha fatto tappa in moltissime kermesse internazionali raccogliendo altri importanti riconoscimenti tra cui il premio per il miglior cortometraggio al MedFilm Festival 2023. È stata dunque la manifestazione capitolina ad avere ospitato la prima volta su uno schermo italiano dello short della sceneggiatrice e regista francese di origini tunisine, realizzato negli anni di formazione all’École nationale supérieure des métiers de l’image et du son (La Fémis) di Parigi. Prima che non sarà di certo l’ultima dati gli altri appuntamenti passati e futuri in cartellone, a cominciare da quello alla 33esima edizione del Festival del Cinema Africano, Asia e America Latina.
Ed è proprio all’evento milanese che lo abbiamo visto e apprezzato per la sua capacità di trasmettere allo spettatore, attraverso i dialoghi, i silenzi e l’intensa interpretazione della protagonista Amira Chebli, un ricco ventaglio di emozioni cangianti che toccano profondamente. L’attrice, conosciuta per i ruoli di Amel e Hbiba nelle serie Pour les belles yeux de Catherine e Nouba, qui si cala con grandissima partecipazione nei panni Rim, un’interprete tunisina che lavora in Francia nelle procedure di richiedenti asilo. Cerca di aiutarli, a volte anche contravvenendo alle regole della sua professione. Ogni giorno traduce le storie di uomini e donne esiliati, le cui voci fanno riemergere interrogativi anche sulla sua stessa storia.
La Chebli si carica sulle spalle il peso non indifferente della performance, rappresentando a conti fatti sia le solide fondamenta sulle quali la scrittura e la regia hanno potuto contare che il valore aggiunto dell’opera stessa. In tal senso quello di Rim è un personaggio pieno di sfumature, motivo per cui per renderlo credibile e vero c’era bisogno di un’attrice di spessore e di esperienza, capace di mettersi completamente al suo servizio e guidarlo lungo un percorso breve nella durata (i 30 minuti messi a disposizione dalla timeline) ma estremamente complesso nell’evoluzione. Chebli da questo punto di vista è stata impeccabile e non a caso è stata insignita del premio per la migliore interpretazione femminile all’ultima edizione di Clermont-Ferrand Film Festival. Del resto un’interpretazione simile non poteva e non può passare inosservata, così come il lavoro dietro la macchina da presa della Kaci, che dimostra una grandissima maturità artistica che non vediamo l’ora di ritrovare intatta nel suo primo lungometraggio attualmente in preparazione. Nel frattempo ci godiamo La voix des autres, che tra gli altri meriti ha anche quello di puntare l’attenzione su un mestiere delicato, importante ed emotivamente difficile da portare avanti come quello dell’inteprete.

Francesco Del Grosso

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