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Il piano segreto

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VOTO: 9

Il mondo distopico ed attuale di Michele Perriera

Il piano segreto, dal titolo dell’opera omonima di Michele Perriera, in concorso all’Ortigia Film Festival e presentato nell’ambito della rassegna Cinema City Palermo, è l’originale documentario che Ruben Monterosso e Federico Savonitto hanno dedicato proprio all’autore ed intellettuale siciliano scomparso nel 2010, controverso ed eretico per il suo tempo ma lungimirante precursore del mondo di oggi. Tra i fondatori del Gruppo 63 e, successivamente, della compagnia Teatès, Perriera è stato un drammaturgo distopico e veggente, che ha previsto il mondo come sarebbe diventato; classe 1937, riprende, per certo verso, la visione distopica di Huxley e Orwell, cui unisce tratti pirandelliani, drammaturghi entrambi delle profondità dell’anima. Perriera in Sicilia è nato ed ha portato il suo teatro; e nella sua terra arriva ora quest’opera che lo rappresenta, omaggio del cinema al teatro in una simbiosi artistica perfetta.

Il piano segreto di Monterosso e Savonitto mira a ritrovare e mostrare al grande pubblico l’eredità culturale del maestro siciliano, attraverso le testimonianze ed il lavoro dei due figli, Giuditta e Gianfranco, di Emma Dante, di Savino Genovese, dell’amica e fotografa Letizia Battaglia. Il documentario gioca infatti su piani diversi: siamo nell’oscuro 2020, e se da un lato, a Palermo, Giuditta e Gianfranco provano ad organizzare un evento in ricordo del decennale dalla scomparsa del padre, in un altro quartiere del capoluogo siciliano la regista Emma Dante conduce un laboratorio teatrale per un gruppo di persone meno giovani adoperando proprio i testi di Perriera, in particolare gli Atti del Bradipo. Allo stesso tempo, dall’altra parte dell’Italia, a Torino, la compagnia Genovese Beltramo, diretta proprio da Savino Genovese, sta ultimando le prove dell’opera perrierana Buon Appetito, ambientata in un futuro distopico infestato da farmaci e virus. Incredibile ironia della sorte: la prima dello spettacolo è fissata per l’8 marzo 2020, la fatidica data in cui il mondo si fermò. Ecco che Il piano segreto si sviluppa così su due binari paralleli: l’opera ed il messaggio lasciataci da Perriera e la grave crisi del teatro e degli attori, costretti a fermarsi per mesi e a ricominciare – a macchia di leopardo – in condizioni antieconomiche, lasciati in balia delle onde del Covid 19 senza salvagente.

Il mondo che Perriera descriveva già negli anni Ottanta e Novanta si materializza pezzo dopo pezzo, smantellando l’umanità dall’essere umano: a partire dal lockdown, tra mascherine e norme sempre più stringenti (e contraddittorie), il contatto umano viene criminalizzato, utilizzando misure fondate sulla paura atte soprattutto ad allontanare e dividere. L’arte, il teatro, balsamo per l’anima, sono banditi, limitati, tacciati di essere gli untori della malattia. E guardando le prove di Buon Appetito sotto la regia di Genovese, quello scritto di quasi quarant’anni fa prende vita: sembra di essere in pieno periodo Covid, tra tute anti-contagio e virus mortali. Ed altrettanto inquietante è gli Atti del Bradipo che la Dante fa provare ai suoi non più giovani attori; Perriera descrive infatti un mondo futuro in cui le persone anziane vengono estratte a sorte per essere abbattute, quasi fossero bestie. La scelta che hanno è tra una morte rapida o l’iniezione di una sostanza che le porta a trasformarsi – appunto – in bradipo. In tempi più recenti, di volontaria eutanasia degli anziani dietro cospicuo rimborso si è parlato in Plan 75, film di scifi della regista giapponese Chie Hayakawa del 2022; segno che i tempi sono – purtroppo – quasi maturi per la realizzazione di un’altra delle visioni di Perreira, autore troppo poco noto al di fuori della sua Sicilia che merita invece di essere studiato nelle scuole di teatro e non solo.

Michela Aloisi

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