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Go! Captain

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VOTO: 9

Alla ricerca del ricordo perduto

In concorso alla 2ª edizione dell’Indiecinema Film Festival, assolutamente irresistibile il surreale cortometraggio Go! Captain di Pierre Loup Docteur, che unisce la comicità del fumetto Tin Tin e quella di Buster Keaton per dar vita ad una storia fantastica ed al contempo pregna di significato.

L’ispirazione arriva da lontano: dalla fusione tra il fumetto di Hergè nato nel 1929 e il classico The Navigator del 1924 nasce il personaggio bislacco di Jo, che sbarca vestito da palombaro armato di cacciavite e come un angelo benevolo attraversa la vita del giovane Max e degli altri personaggi aiutandoli a star meglio per poi andar via. Un po’ Mary Poppins, un po’ Doctor Who, un po’ l’angelo della Vita è meravigliosa, il protagonista di Go! Captain è al tempo stesso una metafora ed un personaggio in carne e ossa con problemi concreti (riparare lo scafandro, ritrovare la barca perduta) che coinvolge Max nella caccia al tesoro dei ricordi.

L’importanza dei ricordi e dell’eredità di chi amiamo è il fulcro: Max è in lutto per la perdita del padre, e Jo lo guiderà per fargli riscoprire il significato della memoria e del ricordo. Go! Captain è, idealmente, il modo in cui il padre chiamava il figlio, ma è anche, concretamente, il nome che la madre di Max dà al ludopub che ha aperto per dare nuova vita ai vecchi giochi da tavolo del marito; è il suo modo per conservarne la memoria. La memoria, il ricordo, sono il tesoro nascosto: può essere custodito, fatto rinascere a seconda vita, oppure lasciato sepolto troppo a lungo per ritrovarne solo polvere; ma nella polvere del tesoro perduto di Jo, Max vedrà l’importanza dell’eredità lasciatagli dal padre.

Scritto in collaborazione con Marieke Mille, Go Captain! evoca l’avventura marittima ed ha un bel ritmo comico, assumendo pian piano un significato ben più profondo; pur nel ridotto minutaggio del cortometraggio, l’eccentrico Docteur riesce a creare un film che condensa in sé il senso della commedia e dei sentimenti, mescolando elementi stravaganti ed un tema centrale importante, omaggiando finanche il Bergman de Il posto delle fragole e il Kubrick di Shining.

Michela Aloisi

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