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Dog Days

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VOTO: 5

Vivere ed amare assieme ai cani

Per descrivere il tipo di operazione che sta alla base di Dog Days basterebbe dare un’occhiata ai canali social attraverso i quali il film è stato pubblicizzato e sponsorizzato. Il profilo Instagram ufficiale della commedia di Ken Marino (il suo secondo lavoro dopo How to Be a Latin Lover) presenta ai suoi followers o visitatori numerose foto degli attori coinvolti rappresentati con addosso una maglietta con su scritto “Adopt Love”, tesa a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle adozioni canine e sul lavoro delle associazioni che se ne occupano. Perché questo vuole essere prima di tutto e soprattutto Dog Days: un film che ci ricordi come la nostra vita risulterebbe spesso vuota, o perlomeno non altrettanto felice e piena, se ad affiancarci non ci fossero i nostri amici a quattro zampe.
La trama si snoda attraverso l’intreccio delle vicende di svariati personaggi, accomunati dal fatto di vivere tutti quanti a Los Angeles e di avere a che fare quotidianamente, chi per caso, chi intenzionalmente, con i cani. Elizabeth è una conduttrice televisiva sull’orlo di una crisi di nervi dopo aver scoperto il tradimento del fidanzato, Tara lavora in una caffetteria e aspetta di trovare il suo partner ideale, Grace ha appena adottato una bambina e desidera che con lei tutto vada per il meglio, Walter, invece, è un professore in pensione e vedovo che affronta la sua solitudine, mentre Dax è uno scapestrato musicista che vive alla giornata. Questi (e altri) sono i protagonisti di Dog Days e questa è la loro condizione iniziale, così come ci viene presentata dal film. Ad aiutare ciascuno di essi a trovare la propria strada e a centrare i propri obiettivi ci penseranno, per l’appunto, dei cani, che con la loro presenza, a volte da semplici spettatori, a volte decisamente attiva, trascineranno tutti quanti verso il lieto fine.
Dog Days è un film molto facile, e questa, prima di scendere un po’ più nel dettaglio, è una premessa doverosa. Una commedia per famiglie che molto successo ha riscontrato in madrepatria, negli Stati Uniti, con il suo misto di comicità, mai eccessiva o strabordante, e di tenerezza, capace di sfiorare i cuori e la sensibilità di ognuno senza mai riuscire ad abbracciarli del tutto, in ogni caso. Un altro fattore da non sottovalutare e che certamente ha influito nel buon risultato ottenuto al botteghino è la presenza di un cast d’eccezione, in cui compaiono, tra gli altri, Eva Longoria, Vanessa Hudgens ed anche Finn Wolfhard, giovane star della fortunata serie tv Stranger Things, attorno al quale si possono concentrare le attenzioni di appassionati che non sono abituati a recarsi in sala per questo genere di film, ma che magari potrebbero fare un eccezione, in questo caso, vista la sua, pur marginale, presenza.
Basta una storia con qualche sketch divertente e tante situazioni romantiche (alcune delle quali assai improbabili, a dire la verità) per strappare una sufficienza nel giudizio dello spettatore? Probabilmente no, perché, come detto, Dog Days abbonda di facilonerie che di certo non possono entusiasmare, anche se certe figure, come quella di Walter, soprattutto, interpretato da Ron Chepas Jones, restano, o perlomeno lasciano qualcosa per via della sofferenza intima, e sempre attenuata, in ogni caso, che pervade le loro vite. È anche vero che non tutti gli spettatori sono uguali e hanno le stesse esigenze, fortunatamente. Ecco che allora Dog Days può regalare a molti italiani, così come ha fatto negli Stati Uniti, una domenica al cinema in famiglia, senza particolari pretese, ma con la voglia di riscoprire, che di adulti o bambini si tratti, la gioia e la ricchezza interiore che è in grado di regalarci ogni giorno la compagnia di un cane, non a caso, comunemente conosciuto come “il miglior amico dell’uomo”.

Marco Michielis

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