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Derry Girls

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VOTO: 6.5

Tanto pepe nella Derry degli anni Novanta

All’interno di una selezione ricca e variegata come quella di questa dodicesima edizione dell’Irish Film Festa, non poteva mancare, in chiusura del festival e come proiezione speciale, una serie televisiva che, a partire dal 2018, ha avuto già molto successo in Irlanda. Stiamo parlando della frizzante Derry Girls, diretta da Michael Lennox, ideata da Lisa McGee e all’interno della quale vediamo le bizzarre vicende di un gruppo di amici – capitanati dalla giovane Erin (Saoirse-Monica Jackson) – vivere serenamente le loro vite di adolescenti sotto la costante minaccia dei Troubles.
Ambientata negli anni Novanta, la fortunata serie – la quale si svolge nella città nordirlandese di Derry (o Londonderry, a seconda di come la si voglia considerare, come afferma la stessa protagonista in apertura della prima puntata) – ha visto recentemente anche una seconda stagione. Durante l’Irish Film Festa, tuttavia, per motivi di tempo ce n’è stato regalato solo un assaggio, grazie alla proiezione degli episodi 1, 5 e 6.

Ed ecco che, dopo una panoramica sulla suggestiva città di Derry, la voce della giovane Erin (o, meglio ancora, la voce di su cugina Orla che legge ad alta voce il suo diario segreto) ci fa entrare nel vivo della vicenda presentandoci il contesto in cui essa si svolge.
Con un montaggio frenetico e un andamento narrativo molto accelerato, dunque, ci travolgono immediatamente le vicende di questo nutrito gruppo di amici (di cui fa parte, costantemente preso in giro, anche un ragazzo inglese) alle prese con i problemi scolastici, con i primi amori, con qualche litigio con i compagni di scuola e, non per ultimi, con i problemi famigliari. Sullo sfondo, non soltanto la situazione politica del tempo, ma anche – e soprattutto – una forte critica al cattolicesimo, sempre presente ed eccessivamente invasivo all’interno del paese, per l’occasione ben rappresentato dalla suora che fa da preside all’interno del liceo dove studiano i nostri protagonisti.
Tanta carne al fuoco, dunque. Troppa? Può darsi. Eppure, in tal caso, se, a tratti, il presente Derry Girls può apparire eccessivamente sfilacciato è dovuto più che alla pluralità di elementi tirati in ballo, proprio alla forma prettamente antologica che regista e sceneggiatrice hanno voluto conferire al tutto. Una scelta, la presente, anche piuttosto frequente nel campo della serialità, che, a seconda del gusto personale, può trovare o meno un discreto numero di consensi.
Di fianco, però, a una scrittura dinamica e frizzante – oltre a momenti decisamente esilaranti – il presente lavoro sembra, a tratti, soffrire di qualcosa dal peso ben più grande di quanto già preso in esame. Fin da subito, infatti, è proprio la giovane protagonista Erin a risultare poco carismatica, eccessivamente caricata dalla recitazione sopra le righe della Jackson e che, all’interno del suo stesso gruppo, tende quasi a sparire proprio a causa del suo mancato carisma. A dir la verità, lo spettatore fatica complessivamente a empatizzare con qualsiasi personaggio del gruppo (fatta eccezione, forse, proprio per il cugino inglese di Michelle, il quale, tuttavia, ha fin troppo poco spazio all’interno della messa in scena). Questo è, probabilmente, il più grande problema per una serie come Derry Girls. Eppure, magicamente, tutto sembra (quasi) improvvisamente risolversi nel momento in cui – al termine del sesto episodio – vediamo i ragazzi raggiungere sul palco Orla e darle man forte durante una sua esibizione durante una competizione scolastica.

Marina Pavido

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