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Cold War

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VOTO: 7.5

Una falla nel Sistema

Le autorità di Hong Kong si vantano che la città sia una delle più sicure dell’Asia. Ma una pesante minaccia pesa su questa reputazione: una serie di attività terroristiche sta prendendo piede, tra queste il rapimento dei membri di un’unità di emergenza della polizia da parte di una misteriosa organizzazione criminale. La tensione esplode anche perché, al quartier generale, il commissario capo si trova all’estero e Lee e Lau vorrebbero entrambi sostituirlo e gestire la situazione a modo loro. Presto, però, si scopre che chi ha orchestrato il rapimento ha una talpa nella polizia, e la situazione si fa ancora più intricata…
Questo film non è basato su fatti realmente accaduti“. Con questa didascalia che precede le prime immagini e i titoli di testa di Cold War, Sunny Luk e Longman Leung hanno deciso di mettere subito le cose in chiaro con lo spettatore di turno. Del resto, con una storia di scandali nelle alte sfere della polizia di Hong Kong come quella raccontata nella loro pellicola d’esordio, più di un politico o rappresentante delle forze dell’Ordine dell’ormai ex protettorato britannica avrebbe potuto storcere il naso. Insomma, se ciò non fosse stato il frutto dell’immaginazione di uno o più sceneggiatori (in questo caso gli stessi registi), la patata da gestire sarebbe stata piuttosto bollente e dubbitiamo fortemente che il progetto, produttivamente parlando, sarebbe riuscito ad arrivare a destinazione. Per cui, la decisione di sgomberare dalle mente del potenziale fruitore qualsiasi dubbio a riguardo probabilmente è stata una condicio sine qua non che ha permesso agli allora esordienti di realizzare il film nel 2012.
Di anni dalla produzione ne sono trascorsi quattro e nel frattempo la coppia di cineasti ha realizzato altri due film, tra cui proprio il sequel di Cold War, uscito nelle sale hongkonghesi nel luglio 2016, preceduto dal barcollante Helios, da noi visto e recensito nel corso della 17esima edizione del Far East Film Festival. Ai tempi della fortunata presentazione in quel di Udine nel 2013 del primo capitolo, CineClandestino non era ancora risorto dalle ceneri della rete, di conseguenza non abbiamo mai avuto la possibilità di parlarne. Per fortuna, il binomio tra CG Entertainment e Tucker Film, attraverso la collana “Far East Film”, ci ha permesso di trovargli finalmente uno spazio in un database che, altrimenti, avrebbe dovuto fare a meno di quello che il collega Maurizio Ercari, sulle pagine di Everyeye.it, aveva definito un film con “tutte le carte in regola per diventare un nuovo classico del thriller poliziesco“. E in effetti le carte in regola ce le ha tutte, ma per stabilire se potrà o no essere considerato un classico a tutti gli effetti dovremo aspettare qualche altro anno. Nell’attesa che le lancette dell’orologio facciano il loro corso, possiamo immergerci in un’analisi critica di Cold War, sfruttando in pieno l’opportunità a noi concessa di recuperarlo grazie alla versione in DVD (disponibile anche in quella Blu Ray) disponibile da qualche mese nel mercato home video nostrano. Versione, questa, che permette allo spettatore di apprezzarne le doti che andremo qui di seguito a citare, sia per la qualità audio e video dell’immagine messa a disposizione della fruizione, che per l’arricchimento in termini di informazioni che viene dalla visione dei contenuti presenti nel comparto extra. Quest’ultimo non brilla di certo per abbondanza, ma quei pochi contributi offerti (gli stessi che è possibile trovare anche nella versione Blu Ray) consentono di entrare nel vivo della lavorazione e della post-produzione grazie a un pregevole making of che ci porta diritti nel dietro le quinte di alcune scene chiave, ma soprattutto grazie a una serie di interviste a membri del cast e dello staff tecnico raccolte dentro e fuori dal set.
Come avrete avuto modo di leggere dalla sinossi, così come in Helios, anche questa volta Hong Kong si trasforma in un autentico campo di battaglia dove si consuma una guerra su più fronti: da una parte le strade e vicoli della città; dall’altra i Palazzi e le stanze del Potere. In Cold War, che nel 2012 fu scelto come film d’apertura del 17esimo Busan International Film Festival, lo scontro avviene prima di tutto ai piani alti, ma anche quando si scende in prima linea non si scherza per niente. Certo, la città non viene messa a ferro e fuoco come in Firestorm, Breaking News, New Police Story o Kung Fu Jungle, ma il livello di spettacolarità delle poche parentesi action e balistiche incastonate nella timeline strappano comunque un plauso per efficacia e tasso di adrenalina (vedi la sparatoria tra i protagonisti e i sequestratori dopo il primo tentativo di consegna del riscatto, oppure quella con tanto di detonazioni tra SWAT e i sequestratori all’interno e sul tetto del grattacielo industriale). La componente action è ampiamente ridimensionata e ridotta allo stretto indispensabile, ossia a quella dose necessaria a dare delle scosse allo spettatore nell’arco della quasi due ore di narrazione. Questo perché a Sunny Luk e Longman Leung ciò che interessa di più, sul quale focalizzano il plot, è la lotta di e al Potere tra i vertici coinvolti, animata e ravvivata da una trama mistery molto efficace e da una mitragliata di capovolgimenti di fronte che riesce a mettere in discussione fino all’ultimo le reali responsabilità. Peccato solo che quando tutto il marcio viene a galla, gli autori  si lascino andare a un finale un tantino troppo benevolo, che lascia un po’ di amaro in bocca rispetto al tono e ai contenuti che hanno caratterizzato la restante parte del racconto.
Un neo che a conti fatti si fa sentire, ma che non cancella quanto di ottimo i registi e il cast (due su tutti Tony Ka Fai Leung e Aaron Kwok) hanno saputo offrire da dietro e da davanti la macchina da presa con le rispettive performance. Da parte loro, i due registi hongkonghesi hanno messo in vetrina sia capacità narrativi che tecniche, che hanno permesso anche al folto numero di interpreti coinvolti di dare un importante contributo alla causa di un solido poliziesco contemporaneo. A questo punto, ora che abbiamo recuperato il primo capitolo, non ci resta che vedere appena possibile Cold War 2 per sapere se le carenze drammaturgiche riscontrate nel successivo Helios sono state solo una parentesi negativa.

Francesco Del Grosso

Cold War
Regia: Sunny Luk, Longman Leung
Durata: 117′ Hong Kong, 2012
Cast: Andy Lau, Aaron Kwok, Tony Leung Ka Fai
Lingue: Italiano Dolby Digital 5.1, Italiano Dolby Digital 2.0, Originale Dolby Digital 5.1, Originale Dolby Digital 2.0  Sottotitoli: Italiano per non udenti
Formato: 16/9 2,35:1
Extra: Interviste, Making of, Trailer
Distribuzione: CG Entertainment/Tucker Film

 

 

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