Il sapore dell’ospitalità
Nella Divina Commedia, Cacciaguida, avo di Dante, mette in guardia il Sommo Poeta sulla durezza dell’esilio: ”Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e com’è duro calle lo scendere e ‘l salir per l’altrui scale.” La terzina si riferisce in particolare alla differenza tra il pane sciapo tipico di Firenze (e dovuto alla rivalità con Pisa che bloccò nel 1100 i rifornimenti di sale) e quello salato di altre regioni, ma descrive con semplicità ed intensità l’angoscia di ogni esule, costretto a lasciare la propria patria per andare in cerca di fortuna in luoghi sconosciuti, trovando spesso ad accoglierlo persone diffidenti ed ostili.
Nel suo Pane e sale (chleb i sól), il regista polacco Damian Kocur parla di immigrazione ed integrazione facendo riferimento ad un episodio di cronaca nera di pochi anni fa e al rito del pane e sale, ‘chleb i sól‘ come gesto di benvenuto ed ospitalità tipico degli antichi slavi, diffusosi e tramandatosi fino ai giorni nostri.
Vincitore del Premio Speciale della Giuria di Orizzonti alla Mostra del Cinema di Venezia 2022, girato con attori non professionisti, Bread and Salt racconta la storia di un giovane pianista, Tymek, che da Varsavia torna in vacanza nella sua città di provincia, dove lo aspettano la madre, il fratello minore e gli amici del quartiere. Il punto d’incontro per i giovani è il bar kebab di recente apertura; giorno dopo giorno, Tymek assiste a una crescente spirale di tensione tra i dipendenti arabi e i suoi amici che si concluderà in tragedia.
Il film, ora riproposto a CiakPolska 2022, è ispirato a fatti veri, avvenuti un paio di anni fa in una cittadina polacca, quando un immigrato che lavorava in un bar accoltellò a morte un polacco di circa vent’anni. Dopo la tragedia, la comunità locale e la Polonia tutta, insorsero contro gli immigrati arabi, boicottandone i ristoranti ed incitando alla violenza contro i musulmani, mostrando il reale stato d’animo di gran parte dell’Europa e dei cittadini nei confronti del diverso. In Pane e sale, infatti, la tragedia si consuma anche a seguito della crescente vessazione da parte degli amici di Tymek e della conseguente esasperazione dei dipendenti del bar kebab; e mentre il giovane pianista, ormai di casa a Varsavia, chiede loro se hanno ricevuto ‘pane e sale’, in segno di accoglienza ed ospitalità, i ragazzi locali li deridono, li bullizzano sul tram, per strada, li derubano, fanno i prepotenti nel loro stesso locale. Una tragedia annunciata, che il regista descrive nel suo crescendo con lucidità e poesia, lasciando alle note di Chopin il compito di dire addio a chi abbiamo perso.
Michela Aloisi