Il ritorno della Fenice
Tra tutte le saghe cinematografiche legate ai personaggi della Marvel, X-Men è senza dubbio la più duratura. Dark Phoenix è il dodicesimo lungometraggio sui celebre mutanti dotati di poteri sovrannaturali. Dopo un sontuoso re-casting (avvenuto in X-Men – Giorni di un futuro passato) e una nuova linea temporale sviluppata dagli sceneggiatori, l’universo dedicato a questi personaggi è in costante espansione. Ma veniamo a Dark Phoenix; come si evince dal titolo, questo capitolo della saga è dedicato interamente al personaggio della Fenice Oscura che ha il volto di Jean Grey (interpretata, nel nuovo corso, da Sophie Turner). Il film ci racconta l’emersione del potere della fenice quando Jean era ancora bambina e il primo incontro con Charles Xavier (James McAvoy), il quale fece di lei una X-Men (o se preferite X-Women). La vita di Jean trascorrere piacevolmente all’interno della scuola dove vivono tutti i mutanti – che ora vengono ben visti dalle persone normodotate – per merito anche della sua relazione con Scott/Ciclope (Tye Sheridan). Nel corso di una missione nello spazio, causata da una richiesta di soccorso e decisa dal governo americano, accade qualcosa e, con il passare dei minuti, la Jean Grey ammirata nei primi momenti del film lascia spazio a qualcosa di più terribile e incredibilmente potente. La Fenice inizia a scatenare il suo potere diventante sempre più temibile e pericolosa, tanto da attaccare persino le persone a cui vuole più bene come lo stesso Scott e Raven/Mystica (Jennifer Lawrence). La ragazza sfugge così al controllo del professore e si allontana da tutti. I poteri di lei, tuttavia, sono incredibilmente instabili e causano un dolore inevitabile all’interno del team degli X-Men. Un dolore che scatenerà anche la rabbia di Magneto (Micheal Fassbender) deciso a uccidere la Fenice a tutti i costi. Jean sarà costretta a scappare e ad allontanarsi, sviscerando sempre di più il suo oscuro potere incontrollabile. Ma, come in ogni cliché che si rispetti, non manca chi vorrebbe usufruire di tale potere per scopi malefici, come vorrebbe l’alieno polimorfo Vuk (Jessica Chastain). Sarà quindi una corsa contro il tempo per fermare la Fenice e, al contempo stesso, impedirne la cattura da parte della misteriosa aliena decisa ad impossessarsi del potere di Jean.
Veniamo al comparto tecnico: X-Men: Dark Phoenix, segna l’esordio alla regia del produttore e sceneggiatore Simon Kinberg. Il cineasta britannico, dopo aver prodotto e sceneggiato parti dei precedenti capitoli della saga, si è dilettato dietro le cineprese per la prima volta con un prodotto abbastanza complesso. Il risultato non è esaltante e purtroppo si vede. La mano di Kinberg non è mai ferma e alcune inquadrature risultano caotiche e troppo scomposte, e gli effetti speciali non aiutano. Non ci convince neanche la sceneggiatura, scritta dallo stesso regista, considerando la precedente versione della fenice (apparsa in X-Men 2 e in X-Men – Conflitto finale interpretata da Famke Janssen), molto più temibile e oscura della fenice attuale. Senza demeritare Sophie Turner che sicuramente si trova molto a suo agio nel ruolo, ma l’interpretazione della Janssen era leggermente migliore. La fenice della prima fase però, aveva un piccolo difetto rispetto a quella attuale. I poteri di essa erano mostrati con scarsa risolutezza e messi in scena in maniera sballata. Viceversa, con l’attrice de Il trono di spade, i poteri sono molto più veritieri e simili alla fenice apparsa sui fumetti, merito di un’accurata ricerca da parte del regista/sceneggiatore. Anche se Sophie Turner non ci ha pienamente convinto nella sua interpretazione, la Fenice costruita per lei è più fumettistica rispetto alla sua precedente controparte. Nulla da dire su Fassbender e McAvoy, anche se, chi scrive, non ha mai accettato completamente il re-casting; ma i due sono attori di grandissimo spessore e lo dimostrano anche in questa occasione, così come anche Jennifer Lawrence. Curiosa la performance della Chastain (sicuramente lodevole), visto che, nelle sue fattezze facciali, è stata molto snaturata rispetto a come la conosciamo noi, ma pure l’attrice americana è un’assoluta garanzia. In sostanza, il dodicesimo capitolo degli X-Men non ci ha lasciato particolarmente gratificati. Nonostante il film sia anche agganciato alla contemporaneità, per quanto concerne la realtà sociale e politica – argomenti come femminismo e razzismo vengono citati nel film ma poco consolidati – non si è rivelato il lungometraggio che ci si aspettava. Ci riserviamo di dire che Dark Phoenix farà la sua maschia (o meglio femmina, dato lo sviluppo) figura in sala, guadagnando la sua fetta di introiti, ma difficilmente lascerà qualche vivido ricordo nella mente di chi lo andrà a vedere. E se la saga dovesse ancora andare avanti – come sembra – X-Men: Dark Phoenix rischierà di finire nell’oblio di quei film appartenenti alla saga di cui nessuno avrà memoria.
Stefano Berardo