Piccole donne crescono
Sette ragazze. Sette giovani donne dal passato difficile che, in un modo o nell’altro, sono state costrette a diventare adulte prima del tempo. Sette adolescenti che vivono tutte sotto lo stesso tetto, che condividono gioie, dolori, momenti di svago e che vengono accudite dallo sguardo amorevole e protettivo di Lora, la direttrice dell’orfanotrofio in cui vivono. Sono loro, dunque, le protagoniste di The Fam (La mif, in originale), diretto dallo svizzero Fred Baillif e presentato in anteprima alla Berlinale 2021 – sezione Generation – dove è stato insignito del Gran Premio della Giuria al Miglior Film Generation 14plus.
Questa, dunque, è la storia di Audrey, Novinha, Précieuse, Justine, Alison, Caroline e Tamra. Sette ragazze molto diverse l’una dall’altra, ma, allo stesso tempo, molto unite tra loro. Quasi come se facessero parte da sempre della stessa famiglia. E, di fatto, l’orfanotrofio in cui vivono è per loro una vera e propria casa, dove, tra un problema e l’altro, tra una lite e l’altra, ci si sente finalmente protette e al sicuro. Soprattutto grazie, appunto, alla direttrice Lora, sempre pronta a battersi in prima persona contro ogni convenzione e contro le stesse leggi dello stato, a volte fin troppo obsolete.
E di fianco ai ritratti di queste sette giovani, dunque, v’è anche – e soprattutto – una forte critica nei confronti del sistema educativo nazionale, a volte totalmente incapace di considerare l’essere umano in quanto tale. Ma, di fatto, il presente The Fam non è solo questo. The Fam, è principalmente un inno alla vita, cantato dalle sette giovani protagoniste, ognuna delle quali è incredibilmente viva e con una personalità dalle mille sfaccettature. Interessante, a tal proposito, il lavoro che il regista ha svolto con ognuna delle attrici: a ognuna di loro è stato chiesto di sviluppare il proprio personaggio in modo del tutto soggettivo, ognuna di loro ha così preso parte, in qualche modo, alla stesura dello script. E questa sorta di lavoro “corale”, di fatto, funziona.
Ciò che qui viene messo in scena è un variopinto affresco del mondo dei giovani che non hanno avuto le stesse opportunità dei loro coetanei. Un affresco vivo e pulsante reso ancora più intenso da dettagli, primi piani di volti ora in lacrime ora sorridenti, da corse mozzafiato per la città e da una macchina da presa in grado di cogliere ogni minima sfumatura.
Diviso, appunto, in sette capitoli, The Fam riesce a concentrarsi su ogni singola protagonista e a portare avanti un discorso parallelo ben più ampio, assumendo immediatamente la (velata) forma di un film di denuncia che si sviluppa davanti ai nostri occhi sotto le sembianze di un coming-of-age toccante e delicato, divertente e doloroso allo stesso tempo. Un coming-of-age in cui i volti delle protagoniste sono in grado di reggere sulle proprie spalle l’intero lungometraggio, destinati come sono a restare impressi nella mente dello spettatore per molto e molto tempo.
Marina Pavido