Home AltroCinema Documentari Technologies of the Soul: Ancient Wisdom in the Smart Nation

Technologies of the Soul: Ancient Wisdom in the Smart Nation

56
0
VOTO: 7

Viaggio in una Singapore dove convivono svariate culture e diversi culti

Come annunciato nei vari comunicati, Indiecinema Film Festival ha fatto ritorno a settembre al Caffè Letterario di Roma, dove sono state programmate ben tre serate. In quella dedicata al Concorso Documentari oltre all’apprezzatissima replica di Una risata ci salverà, film di Michelangelo Gregori già mostrato a maggio al Circolo ARCI Arcobaleno, ha avuto luogo anche la premiere romana di Technologies of the Soul: Ancient Wisdom in the Smart Nation, interessante documentario realizzato a Singapore dall’irlandese Ian McGonigle, che prima ancora di essere un cineasta è un antropologo e un sociologo abituato a operare in ambito accademico.
Proprio questo ci aiuta a “catalogare” la sua opera, ponendola nella cornice giusta: indubbiamente Technologies of the Soul: Ancient Wisdom in the Smart Nation ha un taglio che è fin troppo facile definire televisivo, divulgativo, didattico. Non può insomma vantare quell’appeal cinematografico che i documentari più creativi, più curati a livello formale, normalmente hanno. Ma la sua godibilità e – soprattutto – l’utilità nel sondare un campo di studi quanto mai affascinante e ricco di implicazioni emergono comunque, nell’indagine svolta a ridosso di una Singapore il cui assetto multietnico e multiculturale è ben noto.

Singapore è infatti una città-stato caratterizzata nel sud-est asiatico non soltanto da una florida situazione economica, ma anche dalla pacifica convivenza di diverse etnie. Diversi popoli, diverse culture. E naturalmente religioni diverse, coi peculiari luoghi di culto a rendere ancor più suggestivo l’impianto urbanistico di una metropoli insulare, in cui crescita tecnologica e rispetto delle più antiche tradizioni paiono andare a braccetto.
L’accorto Ian McGonigle, studioso e film-maker irlandese trapiantato da anni a Singapore, dove è docente presto una delle locali università, ha voluto investigare su questi sinuosi contrasti intervistando per l’occasione leader religiosi e guide spirituali dei più svariati culti. Dalle didascalie apprendiamo infatti che sono ben 10 le religioni riconosciute ufficialmente dalla piccola nazione asiatica. Si va dai fedeli delle tre grandi religioni monoteiste (con una comunità ebraica ivi presente sin da inizio ‘800) agli Indù, ai Buddisti, ai Taoisti, ai Sikh, ai seguaci dello Zoroastrismo… davvero rivelatore, per il tema proposto, il segmento riguardante questo antichissimo credo asiatico, che per altri aspetti può scendere a patti con la modernità ma che rifiuta ad esempio luci artificiali nei propri luoghi di culto, laddove in un Tempio del Fuoco solo la purezza della fiamma autentica può avere diritto di cittadinanza. E se qualcuno volesse approfondire le origini dello Zoroastrismo stesso, suggeriamo “a latere” la lettura del capitolo dedicatogli dal noto saggista Riccardo Campa in Della bellezza dei corpi – Il risveglio della sensualità pagana, testo di per sé illuminante.

Tornando al documentario, per quanto ad alcune fedi venga riservato forse più spazio di altre, armonico nell’insieme è il modo in cui viene affrontato un argomento così foriero di conseguenze e di riflessioni: difatti, contrariamente a quanto avviene in regioni del mondo dove le rivalità etniche e religiose procurano più danni che altro, la ricerca spirituale e la pacifica convivenza di diversi culti appaiono qui un salutare antidoto al dilagare di un materialismo gretto e ottuso, allo stress insopportabile della vita contemporanea, al prevalere dell’utilitarismo e della tecnica sulle radici prettamente “umanistiche” di una qualsiasi comunità.
Se quindi Technologies of the Soul: Ancient Wisdom in the Smart Nation, al di là della soggiogante bellezza di certe immagini, non regala mai grossi sussulti sul piano formale, è nella qualità della ricerca, degli interventi e dei contenuti che va ricercata la sua ragion d’essere.

Giancarlo Marmitta

Articolo precedenteSpeak No Evil – Non parlare con gli sconosciuti
Articolo successivoIl maestro che promise il mare

Lascia un commento

Please enter your comment!
Please enter your name here

venti − 15 =