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Sola in discesa

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VOTO: 6.5

Ambienti angusti

La situazione della donna all’interno della società, si sa, non è sempre così semplice, visti i numerosi stereotipi che girano intorno alla sua figura e vista la facilità con cui molti uomini mostrano la loro prepotenza. Cosa vuol dire tutto ciò osservato dal punto di vista di una donna stessa? A rispondere a tali interrogativi hanno pensato i registi Michele Bizzi e Claudia di Lascia nel loro cortometraggio Sola in discesa, presentato in anteprima nel corso della seconda sessione dell’Indiecinema Film Festival 2020.

L’intero lavoro si svolge, dunque, all’interno di un angusto ascensore dalle pareti rosse. Una donna piuttosto in là con gli anni entra nell’ascensore e si specchia velocemente. Subito dopo di lei, un uomo dall’aspetto rozzo e volgare, molto più alto di lei, entra nella cabina e, facendo finta di nulla, tenta di molestarla. Questo è soltanto il primo di una serie di incontri che capiteranno alla protagonista nel corso di pochi minuti, durante un’unica discesa in ascensore.
Girato interamente in soggettiva, Sola in Discesa ci mostra una protagonista che, man mano che si va avanti con la messa in scena, diventa sempre più giovane. Fino addirittura a tornare bambina. E in questo modo, dunque, si indaga anche sull’origine di certi comportamenti, profondamente radicati ancora oggi all’interno della società odierna.
Ciò che maggiormente convince del presente Sola in discesa è indubbiamente la gestione dello spazio, in questo caso la piccola cabina di un ascensore (dal significato assai simbolico), resa ancora più angusta e inquietante dal rosso acceso delle pareti. Allo stesso modo, una carrellata di loschi personaggi sta a sviscerare ogni stereotipo, ogni comportamento sbagliato, ogni forma di violenza, verbale o fisica che sia. E in soli pochi minuti, questo piccolo e interessante lavoro di Michele Bizzi e Claudia Di Lascia riesce a essere indubbiamente esaustivo, nella sua originale messa in scena.
Se c’è qualcosa che, tuttavia, al termine della visione fa storcere un po’ il naso, questa è una ridondante e leggermente disturbante didascalia finale, buon completamento dell’intero lavoro, ma che, nel complesso, finisce inevitabilmente per conferire al tutto il tono di una sorta di pubblicità progresso. Soprattutto se si tiene conto del fatto che le immagini e le singole scene del presente cortometraggio parlano da sé e riescono perfettamente a rendere l’idea di ciò che i due registi hanno voluto mettere in scena.
Eppure, nonostante ciò, questo Sola in discesa funziona. Ed è in grado di affidare alla potenza dei colori, alla riuscita scelta della soggettiva e a brevi ma essenziali battute l’intera sua riuscita. Il tutto per un piccolo e avvincente lavoro onesto e mai esagerato, sempre attuale indipendentemente dal periodo storico in cui lo si voglia collocare.

Marina Pavido

Il cortometraggio è disponibile per la visione sulla piattaforma IndieCinema

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