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Mr Gay Syria

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VOTO: 7

Un modo per sopravvivere

Quanta importanza ha essere omosessuali, oggi, in Siria, quando la guerra distrugge vite e affetti?
Che senso può avere un concorso di bellezza per esuli gay quando ciò che preme davvero è la risoluzione di un conflitto interminabile?
É a queste domande che tenta di rispondere, davanti alla macchina da presa, l’attivista LGBT siriano Mahmoud Hassino, organizzatore dell’evento Mr Gay Syria e, insieme a lui, la regista di questo anomalo documentario presentato in concorso alla trentaduesima edizione del Lovers Film Festival.
In una Istanbul ben lontana dal modello di paese accogliente, che guarda con diffidenza i profughi e disprezza qualsiasi espressione di libertà, Ayse Toprak documenta con sguardo partecipe le sgangherate selezioni del primo Mr Gay Syria della storia, trampolino di lancio per il concorso internazionale Mr Gay World.
Lo so che in Siria la gente muore tutti i giorni sotto le bombe” spiega Hassino, “ma se piangessimo sempre saremmo come morti. Finché ancora possiamo divertirci siamo vivi. Questo è il nostro modo di sopravvivere
Ecco allora susseguirsi davanti all’obiettivo le storie dei concorrenti e le loro esistenze picaresche e drammatiche a un tempo, all’insegna di una disperata e disastrata corsa per un’autoaffermazione che è anche un grido di aiuto.
Dalle prove per le esibizioni del concorso di selezione a una routine fatta di lavori in nero, amori lontani e pregiudizi, Hussein, Omar, Wissam e compagnia, rappresentano tante facce della stessa medaglia, uomini estremamente determinati a conquistarsi, anche solo per un momento, quella visibilità che, per la loro doppia condizione di emarginati (non solo profughi ma anche omosessuali), gli è sempre stata negata.
E se c’è inevitabilmente qualcosa di sgangherato nel presentare questa sorta di drammatica armata Brancaleone versione queer, è innegabile l’intento – utopistico quanto si vuole (come sperare che il vincitore del concorso possa ottenere il visto per andare alle finali di Malta) ma autentico e sincero – del regista di voler cambiare la percezione e il punto di vista del proprio pubblico, il desiderio di costruire empatia e affetto attorno a chi ha visto in faccia la morte ma vuole comunque, ostinatamente, continuare a vivere, divertirsi, amare.

Mattia Caruso

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