Peripezie del disagio
Dopo che di recente Altin in città ha vissuto una piccola ma emozionante avventura distributiva, finendo in sale come il Kino o addirittura l’UCI di Parco Leonardo, si può forse dire che il cinema così autarchico e pieno di impulsi personali dell’indomito Fabio Del Greco sia stato ufficialmente sdoganato? Una prospettiva del genere non ci dispiacerebbe affatto. Ma è saggio restare coi piedi per terra ed ammettere che chi si muove con le proprie gambe, all’interno di un panorama indipendente che almeno in Italia viene poco o nulla sostenuto, deve fare i salti mortali per dare un po’ di visibilità alle proprie opere. Ed è per questo che applaudiamo convintamente a un’iniziativa come quella che si deve alla gestione partecipata del Nuovo Cinema Aquila, la sala romana dislocata al Pigneto e da pochi mesi riaperta dove oggi, 29 maggio, verranno proiettati sia il già citato Altin in città (2017), alle ore 21, sia uno dei precedenti e meno conosciuti lungometraggi, quel Mondo folle (2010) che farà in pratica da apripista essendo previsto alle 19.
Pare che di Mondo folle sia una delle prime se non addirittura la primissima volta sul grande schermo, tale recupero ci fa quindi doppiamente piacere. Il film, in compenso, è recuperabile su internet “on demand”, già dal primo gennaio 2016, opzione questa che ci aveva permesso di scoprirne per tempo la poetica ruvida e amara.
Cercando di riassumerne in breve la trama, Luca (protagonista maschile che è lo stesso Del Greco, come in altre occasioni, a interpretare) colleziona notti devastanti in una Roma socialmente, eticamente e culturalmente allo sbando, affrontando un presente carico di incertezze da cameriere precario e squattrinato, situazione quindi di forte disagio, alla quale aggiungere il peso di una relazione ormai in crisi con la propria ragazza. Mentre affronta questo periodo pieno di dubbi rincontra Chiara (ovvero la fascinosa Chara Pavoni, che si vedrà all’opera anche nel successivo Altin in città), ex collega del corso di laurea in filosofia, che invece si è realizzata ed ha aperto un locale dove si guadagna molto bene, complice la benevolenza di certi imprenditori e politicanti corrotti, soliti andare lì per sniffare in libertà e corrompere ragazze sexy, disinibite, a dirla tutta non proprio sprovvedute ed ingenue. Luca lascia la sua vecchia vita ed inizia così una relazione con Chiara: gestisce insieme a lei il locale, grazie al quale, appoggiandosi naturalmente a quel giro di escort e cocaina caro ai frequentatori testé descritti, riesce ad uscire dalla sua precaria condizione economica. Chiara però non ottiene l’appalto dell’ex fornace a lei promesso dall’onorevole Saverio che viene così ricattato col video in cui questi consuma un rapporto sessuale con un trans incontrato proprio nel locale, evento da cui il miraggio di quel mondo apparentemente provvidenziale ma invero dissoluto e artefatto comincerà rapidamente a dissolversi…
Tutto perciò in Mondo Folle sembra ruotare attorno al clima conturbante e alle ambigue relazioni umane, instauratesi in quel night club alla moda frequentato da stelline emergenti del cinema o della canzone, politici corrotti, escort, faccendieri d’ogni risma e altri trasgressivi pilastri delle notti romane. Del resto tale lungometraggio, realizzato nel 2010, si proponeva anche di fotografare con una certa esattezza antropologica e amara ironia il degrado sociale riscontrabile, specie in determinati ambienti, alla fine dell’era berlusconiana (cui si allude direttamente tramite quel materiale di origine semi-documentaria, relativo alle apparizioni televisive e soprattutto agli squallidi comizi in piazza), quando l’imperante edonismo di una simile classe dirigente si avviava a cedere il passo ad altre e non dissimili forme di malcostume politico. Il locale aperto da Chiara, la vecchia compagna di studi (filosofici, peraltro) del sempre più tartassato Luca, lavoratore molto precario sia economicamente che sentimentalmente, si configura quindi come epicentro delle tensioni appena descritte. Non mancano neanche, ed è un bene, frecciatine alla Roma radical chic dei cinematografari e dei finti intellettuali. Ma allo sguardo dichiaratamente satirico sulla fauna politica e dello spettacolo attiva ogni notte finirà ben presto per sovrapporsi, complice una storia molto sporca di appalti, quell’impronta noir destinata a produrre sul racconto effetti potenti…
Il recupero di Mondo Folle ci pone pertanto a contatto con un prodotto cinematografico genuino, giustamente critico verso la società in cui viviamo, che ha probabilmente il torto di risultare un po’ ingenuo quando introduce l’azione, la violenza e le pistole nel suo arco narrativo. A parte questi limiti, dovuti anche a una produzione di certo non ricchissima, la visione del film si fa apprezzare tanto per l’appeal dei personaggi che per i diversi spunti di riflessione.
Stefano Coccia