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Lo stagista inaspettato

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VOTO: 7

Robert De Niro, alias “nonno Felice”

Quando la domenica, in un pomeriggio piovoso d’autunno, un bel film in sala con pop corn. Il titolo? Lo stagista inaspettato.
L’atmosfera giusta per questa nuova commedia di Nancy Meyers. Se lo sguardo di Robert De Niro, molti anni fa, poteva congelare gli animi in pellicole come Cape Fear – Il promontorio della paura, ora, invece,  intenerisce tra le rughe del tempo, di un buon uomo in là con gli anni. Per l’occasione l’attore veste i panni di Ben Whittaker, pensionato e vedovo senza più stimoli. Un bel giorno, ecco l’occasione per rinascere: un’agenzia online di moda, cerca stagisti pensionati. Fresca e leggera, Jules Ostin, interpretata dalla simpaticissima Anne Hathaway , è a capo dell’azienda. La guida del buon Ben, sarà ovviamente tutt’altro che stantia. Con naturalezza, la risata nasce nell’ambito dello scontro generazionale. Negli ultimi cinquanta anni, il mondo è cambiato radicalmente. Tutto è veloce, giovane, digitale. Le vecchie abitudini di Ben, a prima vista, sembrano sorpassate “da un pezzo”; ma si riveleranno, poi, efficaci, ponendo in evidenza le deficienze di questo nostro secolo frenetico: siamo sicuri di non trascurare qualcosa? La lancetta dei minuti vola e non c’è più spazio per le piccole gioie quotidiane, quelle legate agli affetti, alla famiglia, agli amici.
Entrambi,  sia Ben che Jules, riceveranno qualcosa l’uno dall’altra. De Niro finalmente smetterà di sentirsi inutile, lei imparerà a gestire la sua vita lavorativa, senza tralasciare l’intimità e il calore della sua casa: anche perché il lavoro, in fondo, non è tutto! Oggi, purtroppo si vive per lavorare, si esiste nell’affanno di “farcela”, in una competizione spietata. Dove chi corre più lentamente è scaraventato via dal vortice centripeto verso l’obiettivo. Tutti, incondizionatamente, assuefatti dalla frenesia e dal terrore di essere esclusi dal sistema.
La trama è semplice: sceneggiatura divertente, nel complesso godibile. Una commedia leggera, di quelle che lasciano con il sorriso stampato sulla bocca, di quelle che creano tenerezza, sicurezza: la carezza saggia di un nonno, in fondo, è una medicina efficace contro ogni malinconia. Un film insomma – quando sarà approdato in home video dopo l’uscita in sala – da gustare raggomitolati sul divano, con un plaid soffice sulle gambe, e un bel tè fumante tra le mani.
Campione d’incassi in America, viene da pensare che forse il popolo di Obama è in forte calo ipoglicemico. Cinismi a parte, in questo drammatico momento di crisi, forse un nonno sempre al nostro fianco farebbe comodo: un rimedio naturale contro la depressione e un colpo basso alle case farmaceutiche produttrici di ansiolitici!
Di questo passo, infatti, in molti rischiano di compiere 70 anni ed essere ancora, inaspettatamente, stagisti.

Federica Bello

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