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La notte che mia madre ammazzò mio padre

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VOTO: 6.5

Famiglie (troppo) allargate

Negli ultimi anni il cinema spagnolo si è distinto anche per una serie di commedie che, nel bene e nel male, hanno saputo prendere di petto certi cambiamenti intervenuti nella società occidentale, a partire della famiglia. Amori e matrimoni omosessuali, famiglie allargate, adolescenti estremamente liberi, disinibiti, ed altre situazioni del genere hanno fatto spesso capolino in trame talvolta di grana grossa, dai toni decisamente più brillanti in qualche altra, sporadica occasione. Con La notte che mia madre ammazzò mio padre della “specialista” Inés París (suo un analogo lungometraggio del 2002, A mia madre piacciono le donne) ci si ritrova però a un curioso crocevia: da un lato qualche spiritosaggine e un’ironia leggera nei confronti di tali mutamenti di ordine famigliare, dall’altro il confluire nel plot di suggestioni decisamente demodé, la cui natura spazia allegramente dall’ambito meta-cinematografico alle tonalità giallo-rosa in voga qualche decade fa. E se la frivolezza di fondo stenta a far decollare l’operazione, una certa godibilità dell’intreccio riesce comunque a intrattenere degnamente lo spettatore.

Accantonata ben presto la tragicomica partenza dei figli, avuti guarda caso da relazioni diverse, per una gita sulla neve organizzata da tempo, la coppia protagonista si ritrova con al seguito ex mogli, ex mariti e una varia umanità nella ricca villa di lei, dove si è avuta la malaugurata idea di organizzare quella cena di lavoro, il cui ospite d’onore è un rinomato attore in arrivo dall’Argentina. Per inciso l’interprete argentino di cui si parla è il talentuoso Diego Peretti, qui praticamente nel ruolo di se stesso: in un divertente dialogo viene persino citato The German Doctor (2013), tra i film più importanti in cui lui ha realmente recitato. Se scritturarlo per una nuova produzione cinematografica è lo scopo di quella strana “famiglia allargata”, i cui componenti sono quasi tutti impegnati nel mondo dello spettacolo, nessuno però ha tenuto conto delle ambizioni della padrona di casa, attrice bella e matura troppo spesso trascurata dal marito sceneggiatore. Costei vorrebbe avere una parte nel film. Ma per ottenerla ha architettato un contorto piano sulla falsariga del classico “invito a cena con delitto”, che, per una serie di malaugurate circostanze, a un certo punto rischierà sul serio di generare qualche tragica conseguenza…

Vetrina di lusso per star di buon livello (oltre al già menzionato Diego Peretti, argentino, ci sono nel cast nomi importanti del cinema iberico come il catalano Eduard Fernández e la sempre seducente Belén Rueda), La notte che mia madre ammazzò mio padre è una sorta di “black comedy” che quasi mai il coraggio di essere fino in fondo cattiva, graffiante, ma che grazie al buon ritmo e alla vivacità degli interpreti si lascia comunque vedere, regalando qua e là qualche gag non disprezzabile.

Stefano Coccia

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