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Jim & Andy

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VOTO: 8

Vengo dalla luna

1999. Esce nelle sale il film di Miloš Forman Man of The Moon. Protagonista di quel racconto è il comedian Andy Kaufman (interpretato da Jim Carrey), che con uno stile unico e a dir poco eccentrico colpisce il produttore televisivo George Shapiro (Danny De Vito), che non ci pensa due volte a mandarlo in scena nella sitcom Taxi. Da lì in poi, la sua carriera cresce a dismisura, grazie all’aggiunta di personaggi estremamente spiazzanti, in un gioco teatrale che tocca realtà e finzione nei modi più variegati. Il pubblico lo premia, sconvolto e divertito da alcune gag che raggiungono livelli mai visti in televisione. Tuttavia anche i grandi nomi non sono eterni, e Andy purtroppo fu uno di questi, colpito improvvisamente da un male incurabile. Il resto è storia, fino ad ora. Alla Mostra del Cinema di Venezia 2017, infatti, è stato presentato un documentario inedito proprio in riferimento al lungometraggio di Forman, con filmati mai mostrati in questi 20 anni per paura, secondo la Universal, che potessero minare l’effettiva riuscita del film, oltre a mettere in serio pericolo la credibilità del suo interprete. Finalmente, dopo anni di attesa, il regista Chris Smith ha raccolto tutte le scene dietro al palcoscenico cinematografico, integrandole con interviste al diretto interessato.

La prima impressione quando si guarda questo documentario è stupore mischiato all’ammirazione verso Jim Carrey. Come si evince già dal film del ’99, quello che emerge è una netta relazione tra il personaggio e il suo esecutore. Andy, la persona, l’uomo, contro Kaufman, le sue anime, le sue maschere. Nell’opera di finzione questa relazione è quantomeno percepibile come una separazione a intermittenza, come se in un momento all’altro l’attore si spogliasse del suo primo vestito in scena per mettersi immediatamente quello successivo. Lo fa Andy nelle sue innumerevoli rappresentazioni, e lo fa persino Jim nel momento in cui si trova a impersonare il duplice ruolo di Kaufman. La scena finale del film (spoiler), è quanto più coerente rispetto al concetto di identità nel teatro, nel cinema come nella vita. Tolto il corpo, la parte fisica della nostra esistenza, rimane comunque l’immagine impressa nella memoria, come quella che scorre nello schermo al termine del racconto. Con Jim & Andy c’è un particolare in più, che in parte smonta quanto detto in precedenza. Non è l’abito del comico che l’attore di The Truman Show indossa, ma avviene qualcosa che va oltre il semplice ruolo di interprete. Già dal titolo quella congiunzione promette che davanti allo schermo c’è un unione inestricabile tra i due. Jim infatti non è lì nel momento delle riprese, ma si dirige sul set già immerso nel ruolo, tant’è vero che in alcune occasioni il regista si trova in estrema difficolta quando deve spiegare le sue direttive nel momento in cui gira. Gli stessi attori rimangono sbigottiti, sottolineando come l’attore si trovi dentro la figura di Andy, diventando un tutt’uno indistruttibile.
Quello che molto spesso rappresenta un extra relegato nel dvd in uscita, diventa un elemento fondamentale per comprendere la straordinaria bravura di un artista. Perché di questo si tratta. Jim Carrey in questi filmati compie l’impresa di riportare in vita Kaufman grazie ai suoi incredibili personaggi dopo il cult di Forman. Ma non c’è solo questo. Il film diventa anche un excursus sulla carriera stessa dell’interprete, dalle scene più memorabili agli aneddoti più interessanti con gli autori con i quali ha lavorato. Un vero peccato non vederlo in sala, ma grazie a Netflix, almeno questa piccola perla non cade nel dimenticatoio, come spesso capita ai progetti più piccoli ma di gran valore.

Riccardo Lo Re

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