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Introduction

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VOTO: 7.5

Cambiamenti

Un nome ormai di casa alla Berlinale, il regista coreano Hong Sangsoo. Se infatti durante la 70° edizione lo abbiamo visto in corsa per il tanto ambito Orso d’Oro con il pregevole The Woman Who Ran, eccolo tornare ancora in concorso in questa singolare Berlinale 2021 con Introduction.

Ancora una volta, il regista di Seul ci ha regalato un prodotto estremamente delicato e poetico. Ancora una volta, durante la visione del film, ci si sente come sospesi nel tempo, in una sorta di limbo tra passato e presente, in cui è il tempo stesso che sembra essersi fermato per permettere ai suoi protagonisti di scegliere quale strada prendere. E proprio i protagonisti di Introduction si trovano in un momento cruciale delle loro vite. In un momento in cui stanno per decidere per sempre circa il loro futuro. Qui, dunque, viene messa in scena la storia del giovane Youngho, un ragazzo poco più che adolescente che studia per diventare attore, ma che, per paura di fare un torto alla sua ragazza Juwon, dovendo baciare alcune sue colleghe sul set, non è più sicuro della strada che ha intrapreso. Juwon, dal canto suo, si è appena trasferita a Berlino, accompagnata da sua mamma, al fine di studiare da stilista. Qui la ragazza verrà ospitata da un’artista amica di sua madre e verrà piacevolmente sorpresa dalla visita inaspettata di Youngho. Il ragazzo pensa seriamente di trasferirsi a Berlino con lei, abbandonando momentaneamente i propri studi.
Diviso in quattro capitoli, Introduction si concentra ora su uno ora sull’altro personaggio durante i loro momenti di interazione con famigliari e amici. Che ne sarà di loro? Il passato torna a galla vivo nei ricordi, il futuro sembra già scritto, ma, volendo, può sempre essere “riscritto”. Allo stesso modo, sogno e realtà si incontrano, si confondono al punto che non si sappia mai realmente dove si situi il confine tra di loro. E in questo momento decisivo il tempo sembra piuttosto benevolo, come sta a testimoniare un curato bianco e nero dal retrogusto nouvellevaguista. Già, nouvellevaguista. Perché, di fatto, Hong Sangsoo sembra aver creato una sorta di crasi tra la fortunata corrente francese e il suo personalissimo approccio registico, in cui giovani ragazzi si trovano a vivere grandi cambiamenti e sembrano trovare conforto su di una spiaggia, d’inverno, con il mare in tempesta (ma questa volta, fortunatamente, senza guardare in macchina!).
E gli adulti, dal canto loro, cosa fanno? Ora eccessivamente assenti (vedi il padre di Youngho, agopunturista sempre super impegnato), ora incredibilmente apprensivi (come la madre di Juwon, che teme addirittura che la ragazza possa recarsi da sola in centro città), ora in vena di elargire consigli e di iniziare complicate riflessioni sul mestiere di attore e, più in generale, sull’arte (come fa l’attore amico della madre di Youngho, quasi una sorta di alter ego del regista stesso), gli adulti vorrebbero il meglio per i loro figli e senza essere mai eccessivamente invadenti cercano di consigliare loro la strada giusta da prendere. Eppure, i ragazzi sembrano sapere il fatto loro. Ed è proprio questa sorta di “distacco”, di secondo taglio del cordone ombelicale a essere al centro del presente Introduction. Un taglio del cordone ombelicale che fa sì che i propri genitori vengano osservati con maggior distacco e indulgenza. Proprio come accade con la madre di Youngho, quando (durante il sogno del ragazzo) è intenta a fumare una sigaretta affacciata al balcone della sua stanza d’albergo e non sembra nemmeno accorgersi che suo figlio la sta osservando dalla spiaggia.

Marina Pavido

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