Da Perfetto a Tellurica, belle storie di cinema
Di recente avevamo già parlato di Tellurica – Racconti dal cratere, bel film collettivo i cui autori avevano saputo trasfigurare il trauma del terremoto del 2012 in Emilia Romagna, condensandone il ricordo in episodi dal timbro uno diverso dall’altro. Tra quelli la cui impronta ci aveva colpito e convinto di più, grazie anche al dono rappresentato dalla riuscita fusione di un evento drammatico e di toni apparentemente leggeri, vi è senz’altro L’occasione, realizzato peraltro da un cineasta che avevamo già avuto modo di apprezzare in altre circostanze: Corrado Ravazzini. Di lui ricordavamo soprattutto un cortometraggio pluripremiato ai festival, Perfetto, animato da tempi comici – per l’appunto – perfetti e arricchito sia da una graffiante satira sociale che dal magnetismo dei suoi protagonisti, attori di provata bravura quali sono senza dubbio Stefano Sarcinelli e Luciano Manzalini.
Ma per riassumere ancora meglio questo interessante percorso e sapere dove sta conducendo oggi l’autore, che sappiamo essere parecchio impegnato anche sul terreno dei videoclip, abbiamo pensato di ricontattare, a distanza di anni, lo stesso Corrado Ravazzini, così da regalarvi questa breve intervista.
D: Parlaci intanto dell’episodio da te diretto in Tellurica, L’occasione. Qual è lo spunto che ti hai ispirato?
Corrado Ravazzini: L’idea nasce da un episodio realmente accaduto a una coppia, raccontato ad Antonio Borelli, un caro amico che si diletta di blog e scrittura. Solo una delle centinaia di storie che si possono incontrare durante un evento simile. Lui ne ha ricavato un breve racconto per il suo blog, da cui ho tratto la sceneggiatura. Mi piaceva la semplicità e il valore simbolico della storia. L’idea della routine spezzata da un evento straordinario. Crepe reali che si trasformano in crepe emotive e che ti fanno rivalutare tutte le priorità. Ho pensato a un approccio statico che ruotasse attorno alla cucina, il centro della casa (la routine), spezzato dall’evento improvviso del terremoto. E a equilibri che non saranno più gli stessi. Poi mi piaceva l’idea di portare sullo schermo il momento del terremoto, nonostante la produzione zero budget.
D: Come negli altri tuoi lavori, la scelta degli interpreti e la cura della recitazione anche qui sembrano importarti parecchio. Cosa puoi dirci del casting? E quanto tempo hanno portato via le riprese?
Corrado Ravazzini: Volevo una coppia di mezza età, non troppo giovane. Mi sono rivolto all’amico Marco Alterio, attore teatrale leader di una compagnia locale. Susanna ne fa parte e si conoscono bene. L’avevo conosciuta per alcune collaborazioni precedenti e ho pensato che fosse adatta da abbinare a Marco, anche per creare rapidamente un clima di intimità fra loro, necessario per la riuscita del corto.
Ho azzardato uno stile di ripresa inusuale, quasi un piano sequenza a spalla, perché mi sembrava il più adatto a tirare dentro la storia lo spettatore. Per le riprese ho “sacrificato” il mio appartamento: sapevo che avremmo creato del trambusto e non me la sentivo di chiedere ad altri, visto il budget inesistente. Ho disseminato amici in giro per la casa per provocare l’effetto terremoto su mobili e suppellettili. Il risultato finale mi sembra efficace. La macchia di vino ancora visibile sul mio pavimento lo testimonia… Entrambi gli attori protagonisti mi han detto di aver sognato il terremoto la notte dopo le riprese, quindi credo che siamo stati convincenti. Per le riprese è bastato un giorno seguito da 2-3 giorni di post produzione visiva e sonora.
D: Della tua precedente produzione di cortometraggi e videoclip, avevamo particolarmente apprezzato Perfetto. Quale ricordo proporresti di questo corto e come contestualizzeresti, più in generale, la tua vocazione ironica e l’interesse per la commedia?
Corrado Ravazzini: Perfetto è stata un’ispirazione fortunata, anche se mentre lo giravo, portando la storia dalla pagina allo schermo, il timore che alla fine l’idea non funzionasse era alto. Ricordo ancora con felicità il momento della prima proiezione pubblica. Per come è costruito il corto, c’è una lunga prima parte un po’ atipica, iper verbosa, che serve per “caricare il meccanismo” e arrivare all’esplosione finale. Temevo che la gente avrebbe fischiato o si sarebbe annoiata, invece ho sentito piano piano la sala partire con qualche sghignazzo per arrivare all’esplosione di riso e applausi spontanei alla fine. È stato un piccolo orgasmo cerebrale. Da allora cerco di riprendere sempre il momento della gag finale e di condividerlo con i due protagonisti Luciano Manzalini e Stefano Sarcinelli, grazie a i quali è stato possibile realizzare il corto.
In realtà amo vari registri, dal drammatico al comico. Quello che mi piace è cercare e scoprire meccanismi efficaci a creare storie che appassionino e che funzionino sullo schermo.
D: Domanda di rito, dettata però da una sincera curiosità: a cosa stai lavorando adesso?
Corrado Ravazzini: Ho un corto scritto da tempo, che ho soprannominato “il piccolo colossal” perché a differenza di Perfetto richiede varie location e parecchie comparse. Si tratta di una commedia filosofica/surreal/agrodolce, differente dal registro di Perfetto. Credo che sia una buona storia e mi piacerebbe riuscire a portarla sullo schermo. Ne parlo già da un po’. In questi ultimi tempi sono stato – fortunatamente – abbastanza assorbito dalla produzione di video pubblicitari, istituzionali e videoclip oltre che da situazioni famigliari. Spero finalmente di riuscire entro breve a mettere insieme le forze per la sua realizzazione. È il momento di combattere la mia componente di carattere solitario e di iniziare a fare qualche telefonata.
Grazie mille di averci aggiornato sulle tue attività, Corrado; ed ovviamente in bocca al lupo per questa nuova avventura!
Stefano Coccia