A tutto campo
In anteprima assoluta ed esclusiva, la Festa del Cinema di Roma ci consegna un ritratto di Papa Francesco semplicemente straordinario a firma del regista russo candidato all’Oscar Evgeny Afineevsky. Un’opera di rilievo che accresce una già ricchissima filmografia dedicata all’attuale pontefice. Afineevsky è solo l’ultimo di una serie di autori che ha scelto di entrare a fondo nella figura di Jorge Mario Bergoglio, sviscerandone la sua esistenza precedente alla nomina. Wim Wenders, Fernando Meirelles e Daniele Luchetti sono alcuni di questi autori che ci hanno consegnato opere sul Capo della Chiesa Cattolica.
Data la natura del film in questione, un documentario a tutto campo, troviamo maggiore affinità tra il lavoro del regista est-europeo e quello dell’autore tedesco Wim Wenders. Entrambi, a modo loro, scavano nella natura del Papa per aiutarci a comprendere chi sia veramente. Afineevsky sceglie di impostare il suo lavoro raccontando un Francesco a 360 gradi ma, soprattutto, ponendolo di fronte alle più gravi crisi esistenziali che affliggono l’umanità. Il russo ci pone davanti ai problemi che hanno causato tante perdite di vite umane: il terremoto del centro Italia, la pandemia di Covid, il tifone nelle Filippine, la guerra civile nel centro Africa, le molestie sessuali in Sud America, le grandi migrazioni, i genocidi e altri. Afineevsky illustra in modo diretto e lineare quale sia stata la risposta del Santo Padre di fronte a questi cataclismi. La sua umanità e la sua commozione sono i tratti che più vengono messi in mostra dalle riprese effettuate dalla troupe che ha seguito Sua Santità per diversi anni. Un lavoro paziente e scrupoloso che, nella sua integrità, ci racconta un Papa unico, come forse pochi ce ne stono stati, incredibilmente vicino a Karol Wojtyla (Giovanni Paolo II) e infinitamente distante da Joseph Ratzinger (Benedetto XVI). L’operato di Francesco ha ricucito vistosi strappi che si erano venuti a creare tra la Chiesa e i fedeli; ancora, il documentario dedica un ampio spettro anche al rapporto tra il capo del cattolicesimo con i suoi omonimi delle altre religioni (Islam, Ebraismo, Buddismo), riuscendo a conciliari tutti quanti sotto la bandiera di un unico grande vero Dio misericordioso e presente, lontano da fondamentalismi ed estremismi. Un risultato eccezionale che ha addirittura colpito al cuore i media con una dichiarazione di apertura verso i matrimoni fra persone dello stesso sesso, notizia che ha mandato in tilt i giornali di tutto il mondo. Basterebbe solo questo per comprendere la potenza dell’opera realizzata dal cineasta russo. La grande forza di questo documentario risiede nella semplicità e nella ricerca di costante affetto di un Pontefice che non ha nessuna intenzione di racchiudersi nelle segrete stanze del Vaticano. Anzi, il film ci mette di fronte al rapporto vissuto tra Bergoglio e i fedeli, sia prima sia durante il suo pontificato. Emerge un Papa che è alla costante ricerca di carità da parte di persone che non conosce e non può chiamare amici ma vorrebbe tanto farlo. Una semplicità talmente disarmante in grado di umanizzare la figura di Francesco che, ricordiamolo, a tutti gli effetti è un successore di San Pietro. E’ impossibile restare impassibili di fronte ad un lungometraggio così empatico. Un concentrato di emozioni e sentimenti concepito per narrare la figura di un Papa che, talvolta, viene messo alla gogna per i suoi comportamenti non certo lusinghieri in quelle rare volte in cui ha perso le staffe. Episodi dei quali lo stesso Francesco si è subito vergognato tentando di raggiungere personalmente coloro a cui ha causato sofferenza per chiedere umanamente scusa. Siamo davanti ad un’opera meravigliosa nei confronti di un personaggio che troppe volte viene bistrattato ma che si sta dimostrando essere un pontefice saggio e ascoltatore, capace di prendere decisioni rivoluzionarie di fronte ad una Chiesa cattolica che, nell’ultimo decennio, ha pensato più a coltivare i propri interessi che a preoccuparsi degli altri. Una filosofia quest’ultima tanto cara a Papa Francesco tanto da cercare di svolgerla personalmente in quelle rare occasioni in cui gli è possibile farlo. Francesco è un film straordinario, commovente, toccante, del quale difficilmente ci dimenticheremo.
Stefano Berardo