Appesi ad un filo
Adrenalina, ironia e sentimento; questo il mix vincente del film coreano Exit di Lee Sang-geun, al quale è andato il premio “Gelso Bianco” per la Migliore Opera Prima del Far East Film Festival 2020.
Sulla carta, gli ingredienti sono quelli di un disaster movie: un attacco terroristico a base di gas tossico colpisce la città di Daegu e se sulla strada la strage è inevitabile, sui tetti dei grattacieli c’è ancora speranza di essere salvati. Almeno finché il gas non inizia a salire verso l’alto… Un plot tutto sommato non originale, ma girato con notevole maestria: la costruzione serrata come un Runner Game (videogioco di corsa ad ostacoli senza fine) e la simpatia dei protagonisti tengono alta l’adrenalina, mentre l’uso interessante ed ironico dei droni unisce comicità e drammaticità nelle scene clou del finale.
Seguire con partecipazione la fuga di Yong-nam e Eui-joo risulta ancor più naturale perché I due protagonisti sono tutt’altro che eroi; Yong-nam (Jo Jeong-seok) in particolare, è la vergogna della sua famiglia per la sua incapacità di trovare un impiego redditizio. Non rispettato ma sicuramente amato, organizza per loro la festa di compleanno della madre in una sala per banchetti. Qui incontra la sua ex Eui-joo (Im Yoon-ah, meglio conosciuta come Yoona del gruppo K-pop di fama mondiale Girl’s Generation), con la quale aveva condiviso la passione per le arrampicate. Il pericolo arriva mentre Yong-nam si trova in strada ad accogliere il resto della famiglia, che a stento riesce a portare in salvo all’interno dell’edificio. Immediata, la sua decisione di portare tutti sul tetto; a causa, però, dello scarso credito di cui gode, dovrà dirlo la televisione perché gli altri gli diano ascolto. Ma la porta del tetto è chiusa, le chiavi sono introvabili e l’unico modo per aprirla è dall’esterno; sarà Yong-nam a risolvere la situazione, arrampicandosi a mani nude sui muri del palazzo e dando vita alla scena più d’effetto di Exit, in cui suspense e divertimento si equilibrano perfettamente, caratteristica invero dell’intero film. Sul tetto arrivano i soccorsi, sotto forma di elicottero; ma non può trasportare più di 20 persone, ce n’è una di troppo. Eui-joo decide di aspettare un altro elicottero, ma Yong-nam non può lasciarla. Rimarranno solo loro due, in cima all’edificio, in una lotta contro il tempo. I soccorsi tardano, il gas inizia a salire; ecco che parte il Runner Game, la corsa verso la salvezza, tra una inquietante minaccia gassosa ed ostacoli assurdi da superare, fino al game over. Qui, il colpo di genio. Yong-nam e Eui-joo vengono infatti aiutati da assillanti YouTuber che mandano i loro droni a catturare le “scene clou”; la loro fuga sarà quindi trasmessa su tutti gli schermi e seguita con apprensione da tutto il Paese.
Exit è un film che sorprende, diverte ed appassiona; scritto come un pezzo di cabaret e diretto abilmente da Lee Sang-geun, si avvale di un cast tecnico di tutto rispetto (la fotografia di Kim Il-yeon, le luci di Kim Min-jae, il montaggio di Lee Gang-hee, le scenografie di Chae Kyung-seon, la musica di Mowg) che ha collaborato a rendere l’azione fluida e splendida la luminescenza notturna che mostra e nasconde protagonisti ed ostacoli. L’appeal dell’eccellente cast artistico chiude il cerchio intorno al film… mentre il Runner Game arriva alla sua Exit di successo.
Michela Aloisi