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Beowulf & Grendel

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CINETING: comincia la rassegna, con sullo sfondo splendidi paesaggi islandesi

Oggi, venerdì 10 ottobre, è in programma il primo appuntamento col Cineting, cineforum norreno organizzato dall’Associazione Culturale “Fonte di Mimir” con la partecipazione di CineClandestino. E non poteva esserci esordio migliore di Beowulf & Grendel, a nostro avviso, non solo perché il film di Sturla Gunnarsson, islandese di nascita ma cresciuto professionalmente in Canada, rappresenta a oggi una delle migliori trasposizioni cinematografiche del noto poema epico in lingua anglosassone, il Beowulf; vi è infatti un valore aggiunto, rappresentato dai panorami davvero unici al mondo del paese d’origine di Gunnarsson, l’Islanda, che il regista ha saputo filmare esaltandone al massimo il potere evocativo.

La spiccata componente paesaggistica, quindi, si configura quale cornice ideale di un lungometraggio il cui sostrato epico rimanda al grande Nord, alle insidie della navigazione nelle fredde acque di quel mare, alle vaste e brulle distese che guidano lo sguardo verso l’orizzonte, nonché all’aspra esistenza di uomini abituati a confrontarsi con latitudini così estreme: guerrieri, in questo caso. La scelta di suggestive locations reperite nell’isola, per simulare l’ambientazione originaria dell’opera e cioè i territori dell’attuale Danimarca, può dirsi perciò indovinata. Tuttavia, c’è un elemento altrettanto forte e significativo da sottolineare, che risiede nella costruzione narrativa del film: l’evidente processo di umanizzazione del mostro. Di un testo ricco di avvenimenti come il Beowulf, si è scelto infatti di prendere la parte dello scontro tra l’eroe eponimo e Grendel, feroce troll autore di devastazioni e massacri nelle terre di re Hrothgar, col successivo intervento della strega marina madre di Grendel. Da parte del regista e del suo sceneggiatore Andrew Rai Berzins, però, emerge la volontà di motivare le furiose scorribande della solitaria e selvaggia creatura, enfatizzando il torto gravissimo infertole dagli umani durante l’infanzia, torto cui se ne sommeranno altri nel corso della vicenda. Anche l’inserimento nel plot di un personaggio come Selma (interpretata dalla magnetica e sensualissima Sarah Polley) acuisce tale dimensione. Aver assemblato un cast invidiabile è peraltro motivo di soddisfazione, per questa produzione cinematografica datata 2005. Apprezzabili, tanto da suggerire vaghi echi shakespeariani nella recitazione, sono certi duetti tra l’eclettico Stellan Skarsgård, nei panni di re Hrothgar, e l’aitante protagonista Gerard Butler, che di lì a un anno avrebbe messo i suoi muscoli al servizio del controverso 300. Ma c’è qualcosa dell’attore scozzese che, nell’impersonare Beowulf, c’è piaciuto anche al di là del dinamismo nei combattimenti o di altre scene che, indubbiamente, ne valorizzano la componente fisica. Sguardo intenso e indagatore, Gerard Butler sembra aver interiorizzato bene la natura di un personaggio che, oltre a combattere, finisce per empatizzare coi vari drammi che si susseguono, senza posa, attorno a lui. E non è un caso che il regista Sturla Gunnarsson gli regali una delle inquadrature più originali e ad effetto dell’intero lungometraggio, quella iniziale in cui lo si vede emergere lentamente dalle acque del mare.

Stefano Coccia

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